Il capogruppo al Senato Maurizio Gasparri e l’ex ministro Paolo Romani hanno accusato il comico “uso improprio del servizio pubblico”
“L’ho riletta ed è straordinaria: la più bella del mondo la nostra Costituzione. Mi sono occupato di Dante e della sua opera che illustra il cielo di Dio, con la Costituzione torniamo nel cielo degli uomini” – questo dichiarava, Roberto Benigni, manifestando il proposito di portare in televisione la Costituzione italiana.
E in effetti il cielo degli uomini è stato riscoprire la bellezza della Carta fondante della nostra democrazia, scorgervi le lungimiranze tradite e la Storia racchiusa in quelle semplici e monumentali parole.
Un’operazione nobile e necessaria quella di Roberto Benigni, che leggendo le parole della più bella del mondo ha messo in atto una duplice operazione: ricordarel’importanza del passato che ha portato alla scrittura della Costituzione e sottolineare il presente dei principi traditi.
Con una speranza: i principi fondanti del nostro vivere civile restano e quelle parole indicano ancora.
Naturalmente non la pensano così le code di paglia del Pdl, che se da un lato hanno visto di buon grado l’idea di portare sullo schermo l’estetica della Costituzione (sarebbe stato troppo da caproni dire il contrario), dall’altro lato non hanno potuto tollerare il risvolto etico della stessa.
Infatti il capogruppo al Senato Maurizio Gasparri e l’ex ministro Paolo Romani hanno accusato il comico di aver fatto “propaganda vestita da satira” e dunque fatto “uso improprio del servizio pubblico” (potete crederci?).
La preoccupazione del Pdl è grande: il vecchio Cavaliere non ce la farà, nonostante l’elevato numero di interventi televisivi, a fare lo stesso record di ascolti della Costituzione?! Non sia mai… per una volta la Costituzione vince su Berlusconi!
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