La complessa storia di Mercedesz Henger e l’adozione mai avvenuta

Un racconto toccante sulla figura paterna e l'importanza dei legami affettivi

Un legame speciale tra madre e figlia

Mercedesz Henger, figlia della celebre Eva Henger, ha sempre avuto un legame profondo con la madre, che l’ha cresciuta con amore e dedizione. La 33enne ha recentemente condiviso la sua storia durante un’intervista a ‘La Volta Buona’, dove ha rivelato dettagli inediti sulla sua infanzia e sulla figura di Riccardo Schicchi, il produttore scomparso nel 2012. Nonostante il suo ruolo significativo nella vita di Mercedesz, l’adozione da parte di Schicchi non si è mai concretizzata, e la giovane ha spiegato le ragioni di questa situazione complessa.

Il padre naturale e gli ostacoli all’adozione

Durante l’intervista, Mercedesz ha rivelato che il suo padre naturale ha ostacolato il processo di adozione. Nonostante la sua assenza nella vita della figlia, si è intromesso nel momento cruciale, chiedendo denaro per firmare i documenti necessari. Eva Henger ha confermato questa versione, raccontando come, dopo aver ricevuto il compenso, il padre naturale non si sia presentato all’udienza per formalizzare l’adozione. Questo episodio ha segnato un punto di svolta nella vita di Mercedesz, che ha dovuto affrontare la realtà di un legame familiare complicato.

La figura paterna di Riccardo Schicchi

Nonostante le difficoltà legate all’adozione, Mercedesz ha sempre considerato Riccardo Schicchi come una figura paterna a tutti gli effetti. La giovane ha sottolineato che, per lei, il legame affettivo è ciò che conta di più, indipendentemente da un documento legale. “Per me comunque è mio padre, che lo dica o meno un foglio”, ha affermato con fermezza. Questo sentimento di appartenenza e affetto è ciò che ha reso la sua infanzia speciale, nonostante le sfide che ha dovuto affrontare.

Un futuro di speranza e riconoscimento

Mercedesz ha anche accennato alla possibilità di riprendere le pratiche di adozione una volta raggiunta la maggiore età. Tuttavia, la salute del padre adottivo ha complicato ulteriormente la situazione. “Quando ho raggiunto l’età che avrei potuto farlo da sola, papà si è sentito male”, ha spiegato. Nonostante tutto, la giovane ha trovato conforto nel sapere che il vero legame familiare è costruito sull’amore e sul supporto reciproco, piuttosto che su formalità legali. La sua storia è un potente promemoria dell’importanza dei legami affettivi e di come questi possano superare le difficoltà.

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