Chi era Krizia: tutto sulla stilista del prêt-à-porter

Arianna Giago

La mia passione è la comunicazione, la considero un'arte. Ho avuto esperienze come articolista web e come collaboratrice presso un giornale su carta stampata della mia zona, mestiere che mi ha insegnato molto, più di quanto possano fare i libri, e mi ha fatto capire che quella del giornalismo è più di una professione, ma una vera e propria vocazione. Raccontare le storie degli altri, per gli altri. Raccontare il mondo attraverso i nostri occhi, è un compito davvero importante.

Tag: vip
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Il mondo della moda italiana può annoverare tra i tanti i nomi illustri anche quello di Krizia.

La compianta stilista originaria di Bergamo ha lasciato il segno con la sua originalità e la sua rivoluzione che ha reso la moda davvero alla portata di tutti. Scopriamo di più sulla vita e la carriera della donna, morta all’età di 90 anni a causa di un malore.

Chi era Krizia: la stilista del prêt-à-porter

Maria Mandelli, soprannominata “Mariuccia”, nacque il 31 gennaio 1925 a Bergamo.

Da ragazza intraprese gli studi in Svizzera e, una volta conclusi, vinse un concorso per diventare maestra. La sua vera passione però è sempre stata la moda, per questo nel 1954, insieme all’amica e socia Flora Dolci, decise di aprire un laboratorio per la produzione di abbigliamento femminile, che poi rivendevano in boutique sparse per l’Italia.

L’occasione di tentare il vero salto arrivò grazie ad una giornalista di Grazia, che parlò di Krizia e dell’attività che gestiva insieme all’amica, sulla rivista di moda.

Si aprirono così, per la giovane stilista, tutte le opportunità per farsi conoscere.

Gli esordi

Krizia entrò nel mondo della moda in un tempo in cui questa si ispirava allo stile ricercato e bon ton della First Lady Jackie Kennedy.

In un momento in cui i grandi brand erano concentrati sull’haute couture e sul lusso, Krizia si dedicava all’elaborazione di linee più semplici e alla portata di tutte, contribuendo alla rivoluzione del mondo della moda che diventava prêt-à-porter.

Nel 1964 Krizia debuttò nel mondo della moda presentando la sua prima sfilata autonoma a Palazzo Pitti, a Firenze, vincendo il premio “Critica della moda”. Iniziavano gli anni dell’emancipazione femminile e Krizia decise di dare il proprio contributo alla causa esibendo ad una delle sue sfilate dei pantaloncini cortissimi.

Una provocazione, quella di scoprire le gambe, fino ad allora pudicamente coperte. Ma questa provocazione le valse un premio. Proprio grazie a quei pantaloncini infatti, Krizia vinse a Capri il Tiberio d’oro, un festival, sulla falsa riga della cerimonia degli Oscar, ma dedicato ovviamente alla moda.

Gli anni del successo e la vendita del brand

Gli anni ’80 sono un periodo d’oro per Krizia e il suo brand. Aveva infatti lanciato una linea maschile e una per bambini e ragazzi. Aveva creato un profumo, fondato l’esclusivo resort K Club sull’isola di Barbuda, ai Caraibi. Erano anche gli anni di Andy Wahrol, che la immortalò in una delle sue serigrafie. Nel 1986 insieme ad altri stilisti e colleghi come Giorgio Armani, Gianfranco Ferré, Gianni Versace e Valentino Garavan, venne nominata commendatore della Repubblica da Cossiga, che allora era appunto il presidente della Repubblica Italiana.

Tra gli anni ’90 e i primi anni 2000, Krizia gira il mondo partecipando a diverse mostre in suo onore. Una tra tutte, quella intitolata “Krizia Moving Shapes”, organizzata dal Museo di Arte Contemporanea di Tokyo, che racconta quasi mezzo secolo del lavoro della stilista. Nel 2014 invece, il brand venne acquistato da un gruppo cinese e un anno dopo, il 6 dicembre 2015, l’amatissima stilista venne a mancare all’età di 90 anni a causa di un improvviso malore che la colse mentre era nella sua casa a Milano.

Curiosità sulla stilista

Krizia ha preso in prestito il suo nome d’arte, nonché al nome del suo brand, da uno dei dialoghi di Platone che parlava della vanità femminile.

Le idee di Krizia erano considerate eccentriche. Questo perché la stilista amava sperimentare con diversi materiali, dalla gomma alla paglia e soprattutto perché era sempre quella controcorrente. I suoi capi erano riconoscibili per via delle stampe raffiguranti frutti, e animali come orsi, tigri e serpenti. Studiava le tendenze del momento, per poi fare esattamente l’opposto. Un’idea vincente, che le valse il soprannome di “Crazy Krizia” dalla stampa americana e che la consacrò tra gli stilisti più amati di tutti i tempi.