Chi era José Saramago: storia dello scrittore portoghese

Chi era José Saramago, scrittore portoghese dal pensiero complesso e dalla cittadinanza attiva. Il lavoro nell'editoria, le traduzioni e le opere proprie.

Lo stile di José Saramago è particolare, vuole narrare gli eventi da prospettive diverse cercando sempre di far emergere il lato umano dietro l’evento. Oltre ad essere allegoriche, le sue opere sono prive di punteggiatura, il che rende la sua scrittura spesso complessa ed estremamente interessante. Un periodo lungo una pagina con solo delle virgole, ricorda James Joyce e la complessità dei suoi flussi di coscienza.

Chi era José Saramago

José de Sousa Saramago (Azinhaga, 16 novembre 1922 – Tías, 18 giugno 2010) è stato uno scrittore, giornalista, poeta e critico letterario portoghese, vincitore del Premio Nobel per la letteratura nel 1998.

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Cresce a Lisbona con papà poliziotto ma a causa di condizioni economiche poco felici è costretto ad abbandonare gli studi. Dopo diversi lavori occasionali trova un impiego fisso nel campo dell’editoria dove lavora per dodici anni come direttore di produzione.

L’inizio della carriera letteraria

Approda nel mondo della scrittura nel 1947 quando produce il suo primo romanzo “Terra del peccato” che però viene censurato, così come accadeva a molti suoi articoli. Nel frattempo quindi lavora come traduttore di autori importanti quali Maupassant, Tolstoi, Baudelaire, Hegel ecc.

Nel 1969 si iscrive clandestinamente al Partito Comunista Portoghese, avvicinandosi successivamente all’anarchismo. In questi anni compone anche la sua prima raccolta di poesie, “I poemi possibili” e le successive che pubblica presso la casa editrice di cui è direttore.

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Con la Rivoluzione dei garofani si dedica completamente alla scrittura scoprendo anche un nuovo stile letterario che ingloba la nuova generazione post-rivoluzionaria. Escono infatti negli anni successivi romanzi come “Una terra chiamata Alentejo” (1980), “Memoriale del convento” (1982), “L’anno della morte di Ricardo Reis” (1984) e “La zattera di pietra” che lo portano sia ad un grande successo con il pubblico sia con la critica letteraria.

Riconoscimento internazionale e premi

Intorno agli anni Novanta inizia ad essere uno scrittore affermato in tutto il mondo. A portarlo al riconoscimento internazionale sono opere come “Storia dell’assedio di Lisbona”, “Il Vangelo secondo Gesù Cristo” e “Cecità”.

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Nel 1998 gli viene assegnato il premio Nobel per la letteratura perchè “con parabole, sostenute dall’immaginazione, dalla compassione e dall’ironia ci permette continuamente di conoscere realtà difficili da interpretare”. Rimane inoltre memorabile parte del suo discorso svolto durante la consegna del premio in cui riferendosi al nonno afferma “l’uomo più saggio ch’io abbia mai conosciuto non era in rado ne di leggere ne di scrivere”.

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