Oggi (venerdì 19 novembre 2010) esce nelle sale italiane il film Io sono con te, con cui il regista Guido Chiesa – che lo ha presentato all’ultimo Festival di Roma – ripercorre la vita di Maria, madre di Gesù. Blogosfere Spettacoli lo ha intervistato in esclusiva.
Rispetto ai suoi lavori passati, tra cui Il partigiano Johnny, Lavorare con lentezza e la serie Tv Quo vadis baby?, come mai ha scelto di dirigere una pellicola a tema religioso?
Se c’è un elemento che accomuna tutti i miei film, è sicuramente il tema della libertà. Questo tema è presente anche in ‘Io sono con te’. Se nei nostri primissimi momenti di vita, attraverso il rapporto con la figura materna, non riceviamo le basi dell’amore, del rispetto e della fiducia, non c’è la libertà. Oggi i bambini non godono di fiducia, sono sempre considerati in pericolo, come se il loro istinto non fosse in grado di proteggerli; in questo modo non sono liberi. Invece nel film Maria è una mamma che lascia il figlio libero perché gli dà fiducia. Non credo che Io sono con te sia un film religioso nella sua essenza: indaga di più l’aspetto umano che non quello divino e teologico. Non è blasfemo, al contrario. A volte tendiamo a considerare la religione come una forma di “magia”, ma per parlare di religione bisogna affrontare anche l’aspetto umano.
Cosa l’ha colpita maggiormente della figura di Maria?
Maria non è una ribelle, ma una donna istintiva che ascolta il proprio corpo. È un film sul corpo di una madre che per un istintivo, mammifero amore per il figlio lo difende da tutte le interferenze esterne. Solo perché vuole rispettarlo. Nei Vangeli è presente questo racconto ed è molto moderno, senza togliere nulla all’aspetto religioso. Per noi i due aspetti, quello religioso e quello umano, procedono di pari passo.
La sceneggiatura è stata scritta insieme a sua moglie: quale contributo ha portato al film lavorare insieme?
Questo film è stato prodotto interamente da donne. Il soggetto è stato scritto da mia moglie, Nicoletta Micheli, la quale è stata ispirata a sua volta da una sua amica, Maeve Corvo, che le ha parlato di Maria in questi termini. Mia moglie quel giorno è tornata a casa e me ne ha parlato, chiedendomi se se ne potesse trarre un film. Alla fine ha convinto lei tutti quanti: me e i produttori. E questo perché quest’ispirazione ha cambiato anche il rapporto con i nostri figli: applicando gli stessi concetti di amore, fiducia e libertà in famiglia, anche la relazione con i bambini è migliorata.
Qui sotto le foto delle due protagoniste del film, Rabeb Srairi e Nadia Khlifi, che interpretano rispettivamente i ruoli di Maria adulta e bambina (clicca sulle immagini per ingrandirle – foto Lapresse).