Il truffatore di Tinder, il film di Netflix che sta facendo discutere

Arianna Giago

La mia passione è la comunicazione, la considero un'arte. Ho avuto esperienze come articolista web e come collaboratrice presso un giornale su carta stampata della mia zona, mestiere che mi ha insegnato molto, più di quanto possano fare i libri, e mi ha fatto capire che quella del giornalismo è più di una professione, ma una vera e propria vocazione. Raccontare le storie degli altri, per gli altri. Raccontare il mondo attraverso i nostri occhi, è un compito davvero importante.

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Un nuovo prodotto targato Netflix sta facendo molto discutere e, pare, che proprio la piattaforma di streaming sia stata denunciata dallo stesso protagonista: stiamo parlando de “Il truffatore di Tinder”.

Scopriamo non solo di cosa parla il docu-film, ma anche la storia vera da cui è tratto.

Il truffatore di Tinder il docu-film targato Netflix

Se hai sfogliato il catalogo Netflix aggiornato per il mese di febbraio 2022, in questi giorni ti sarà sicuramente capitato di imbatterti in uno dei nuovi titoli offerti dalla piattaforma di streaming nero-rossa.

Si intitola appunto “Il truffatore di Tinder” ed è un docu-film che attraverso le testimonianze delle stesse vittime, di alcuni giornalisti e persone appartenenti alle forze dell’ordine racconta di una truffa architettata da un giovane ragazzo ai danni di ragazze adescate proprio su Tinder, una delle app d’incontri più famose al mondo.

Di cosa parla il docu-film e chi è il truffatore di Tinder

L’intera vicenda è stata portata a galla da VG, famosissimo giornale norvegese a cui si è rivolta una delle vittime del truffatore di Tinder, conosciuto come Shimon Yehuda Hayut, un ragazzo israeliano che per portare avanti le sue truffe si serviva di diverse false identità, tra cui quella di Simon Leviev, il figlio ovviamente mai esistito di Lev Leviev un noto imprenditore israeliano dell’industria dei diamanti, il che faceva di Simon l’erede di un’importante fortuna.

Almeno secondo i suoi fantasiosi racconti.

Simon, secondo quanto raccontato dalle vittime, le adescava mostrando sui social una vita opulenta, le faceva innamorare promettendo loro addirittura di andare a convivere e di fare figli, per poi iniziare con richieste di soldi dalle cifre sempre più importanti inventando i motivi più disparati, tra cui quello di essere inseguito da dei “nemici” molto pericolosi.

Le vittime si sono indebitate per amore

Il truffatore di Tinder, stando al docu-film, si avvaleva di quello che viene chiamato lo “schema Ponzi” e con i soldi di una vittima, pagava vizi e uscite per sé e per l’altra e così via.

L’uomo era così convincente da spingere le proprie vittime letteralmente sul lastrico: c’è infatti chi gli ha ceduto tutti i risparmi destinati in origine per comprarsi casa e chi, invece, è arrivata ad indebitarsi con addirittura nove banche.

Netflix rischia la denuncia?

Nel docu-film però, si può anche vedere il momento in cui Simon Leviev è stato arrestato, processato e per via di un cavillo, assolto. Ad oggi infatti quello che è ormai conosciuto come “il truffatore di Tinder” vive da uomo libero e continua a condurre la vita di prima, che non manca di mostrare sui social network.

Ha ancora un profilo su Tinder ed è giusto ribadirlo: al momento nonostante l’opulenza costantemente mostrata sembra condurre una vita da incensurato.

Il ragazzo, non appena il film è uscito è stato sommerso da commenti negativi che arrivavano letteralmente da tutto il mondo, cosa che lo ha portato a consultarsi con i propri avvocati e minacciare di denunciare Netflix per diffamazione. La questione quindi, sembra essere tutt’altro che chiusa!