Il caso di Erika, la banchiera Robin Hood che rubava ai ricchi per dare ai poveri. Se fosse un film tiferemo tutti per lei

La storia la conoscete già, credo. Parliamo della direttrice di una filiale della VR Bank, Erika B., che per anni ha sistematicamente aiutato i suoi clienti più sfortunati, a cui la banca negava crediti o scoperti a causa della loro situazione finanziaria, trasferendo sui conti di questi ultimi somme di denaro prelevate dai depositi dei correntisti più ricchi, senza mai mettersi un euro in tasca. Il gioco però alla fine è stato scoperto e la Robin Hood del ventunesimo secolo è stata condannata a 22 mesi con la condizionale, ma soprattutto ha perso il lavoro e per rimborsare le sue malversazioni è finita sul lastrico.

L'accostamento con Robin Hood, fatto immediatamente da tutti i media del mondo, viene particolarmente spontaneo perché Erika sembra più appartenere al mondo della finzione e della fantasia piuttosto che a quello, molto più prosaico, della nostra realtà. Anche se la storia, per quanto singolare possa apparire, è assolutamente vera e causa non pochi dilemmi etici a chi vi si imbatte.

Di sicuro, se le sue avventure ci fossero state raccontate da un film o da una fiction, l'avremmo finita a tifare tutti quanti per lei, e forse i più sensibili tra di noi avrebbero pure versato qualche lacrima di fronte all'arresto della polizia e alla triste conclusione della vicenda. O in caso di happy end, con Erika miracolosamente scampata alla legge dopo una fuga in Messico (credo che mi venga in mente il Messico perché ho visto troppi film Usa in cui qualcuno scappa in quel paese), avremmo tutti tirato un ben sospiro di sollievo.

La domanda è: ma perché se da più di una prospettiva la bancaria tedesca ci appare un'eroina poi nella vita vera finisce condannata e sul lastrico? Forse, come spiega magistralmente Michael Moore nel suo ultimo film Capitalism: A Love Story, nel nostro sistema capitalistico c'è davvero qualcosa che non va, qualcosa di profondamente antiumano, che fa a pugni con la nostra coscienza e i nostri più elementari principi di giustizia sociale e solidarietà. Del resto anche la sentenza della magistratura tedesca rivela una certa coda di paglia: la condanna è arrivata, ma con la condizionale: cioè Erika, che ha pur sempre spostato circa 7,6 milioni di euro non suoi, alla fine non sconterà neppure un giorno di galera. Io comunque risolvo facilmente il mio dilemma etico: le darei una medaglia e probabilmente la metterei a capo della BCE.

(Nella foto: Kevin Costner nei panni di Robin Hood).

Scritto da Style24.it Unit

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