I giapponesi, si sa, son gente strana. Non solo escono con le fidanzate virtuali, ora vanno ai concerti delle pop idol virtuali. E paiono pure divertirsi un mondo.
La star dell’inusuale show Š Hatsune Miku, un ologramma (ma non solo) di ultima generazione che, grazie ad un sapiente gioco di luci e di specchi, intrattiene i suoi fan cantando e ballando. Sulle prime ho pensato si trattasse di una tecnologia addirittura pi— futuristica di quel che Š in realt…: durante i primi trenta secondi ho creduto davvero fosse un’immagine a 360 gradi, e che il pubblico fosse tutt’intorno alla struttura. Passato il momento di stupore, ho realizzato che Hatsune viene “semplicemente” proiettata contro uno schermo di vetro trasparente, ma il trucco risulta comunque efficace.
Una cosa del genere, se non erro, era gi… stata provata dalla band Gorillaz agli MTV Music Awards di un paio d’anni fa. Con la sostanziale differenza che dietro ai Gorillaz ci sono cantanti in carne ed ossa (Damon Albarn dei Blur), mentre dietro alla graziosa Miku c’Š… un campionatore. Anche la voce del giappo-ologramma, infatti, pare sia modellata in laboratorio (partendo da una base umana).
Che sia questo il futuro della musica? Si andr… sempre pi— in questa direzione? Penso di no. Almeno non subito. Il contatto umano riveste una certa importanza in un concerto, dove l’interazione performer-pubblico Š basilare. Potremmo, tuttavia, iniziare ad assistere a fenomeni di questo tipo, seppur circoscritti. Una baracconata per alcuni, un curioso diversivo per altri.
Quel che Š certo Š che Hatsune sembra essere piuttosto famosa in patria. D’altronde Š stata programmata per sfondare: ha le movenze giuste, il look giusto, la voce giusta. Si pu• dire che Hatsune – lei s – possiede l’X-Factor. Tiene bene le note basse come vuole Elio, ispira pi— simpatia di Anninabbella ed Š pi— carina di Nevruz. All’occorrenza, poi, pu• essere spenta ed accantonata. Mica come Simona Ventura.
