Ebbene sì. Checchè ne dicano alcuni italici bigotti l'uomo tromba. Da sempre. Tromba a casa, in aereo, al supermercato, negli spogliatoi, nei camerini, in auto, al lavoro. E in televisione. Soprattutto se è lì per fare, alla fin fine, questo. Il Grande Fratello, ben lo sapete, dal giorno della sua nascita, ha basato il proprio successo sul voyeurismo. Altro che esperimento sociale, ma chi se ne frega di capire i meccanismi psicologici che portano gli inquilini al litigio? A noi interessa vedere il momento della doccia e quello della vestizione/svestizione. Se proprio non è possibile almeno dateci una rissa. Con sangue, grazie.
Basta fare un rapido giro su Youtube per vedere quali sono i momenti più visti del Grande Fratello. Altro che share e scatolotto dell'Auditel, la Rete come sempre spiega più di mille parole. Basterebbe un video con Raffaella che amoreggia con GianFilippo per far schizzare alle stelle qualsiasi contributo multimediale sull'argomento. Ma c'è anche un altro aspetto, è vero, che tira: il litigio. Ed è facile capire il perchè. Parliamo della solita, amorevole, catarsi.
Se dovessimo però scegliere tra questi due prodotti (perchè questo sono in tv), ovvero sesso o litigio, non avremmo certamente dubbi. Almeno, io non ne avrei: sesso.
Quello tra il cumenda Roberto e Lina è stata consumato sotto le telecamere, è vero, ma in realtà sotto le coperte. Quindi all'oscuro, in segreto. Come è sempre accaduto è stato un "dolce su è giù", come direbbe qualcuno, che nessuno ha avuto modo di vedere. Andate a fare un giretto nei Grandi Fratelli del nord Europa, lì sì che il nudo e i rapporti sono sempre alla luce del sole.
Da una parte giustamente, perchè se si ha la spregiudicatezza di voler rappresentare la reale vita dell'uomo in cattività, non si può prescindere da un aspetto che è più che importante: è essenziale. Il sesso muove un'intera società, i consumi, influenza le scelte, è al centro di lotte politiche. E ha il diritto di comparire in tv, anche nella sua forma più materiale (con i dovuti filtri, che comunque i ragazzi hanno messo di propria spontanea iniziativa).
Censurare equivale ad ammettere la nostra arretratezza mentale in materia di sesso. Arretratezza che poi si trasforma in problematica sociale. Perchè il proibito, da sempre, ha la capacità di aggiungere controindicazioni a controindicazioni. Un mix micidiale. Il nostro rapporto con il nudo è figlio della nostra Italia. E figlio rende bene l'idea, visto che è rimasto a livello delle scuole elemntari.
Tutto questo non per giustificare ciò che è avvenuto – anche se in parte potrebbe anche sembrare – ma per sottolineare la scelta di un Ordine senza arte nè parte. Almeno in questo campo. Per intenderci: passi anche per la censura televisiva – che ha ben poco da censurare – ma la pipì dell'Ordine fuori dal vasino fa riflettere sul comune senso della morale. Una morale avariata.
