Festival Venezia 2011: Le idi di marzo, trama e recensione

Recensione del film d’apertura della 68° Mostra del cinema di Venezia: leggila su Blogosfere Spettacoli

Finalmente abbiamo visto Le idi di marzo, ovvero l’ultima fatica di George Clooney regista, presentata in anteprima alla Mostra del cinema di Venezia, dove ha aperto la manifestazione.

Trattasi di una variazione sul tema preferito dell’ex futuro sposo della Canalis, ovvero la comunicazione e i rapporti che intrattiene con il potere, nelle sue molteplici forme.

In questo caso il regista prende di petto la questione politica, con un piccolo pamphlet sulla corruzione, quasi endemicamente necessaria, di rappresentanti del popolo, tra bugie, coperture, scandali insabbiati e la consapevolezza che a volte il bene collettivo passa attraverso atti di slealtà individuale.

George Clooney è il candidato alle primarie del Partito Democratico americano: bella presenza, ottimo programma elettorale, al passo coi tempi, attento alle tematiche ecologiche, tecnologiche e estremamente ricettivo alle questioni di politica estera. Ryan Gosling è l’enfant prodige della comunicazione che ne sta curando la campagna elettorale, assieme al più esperto Philip Seymour Hoffman. Quando inizierà a instaurare una relazione con una giovane stagista, interpretata da Evan Rachel Wood, alcuni segreti verranno a galla, mettendo in atto dinamiche che distruggeranno la fiducia reciproca che cementava il gruppo.

Il film di Clooney è il tipico prodotto dell’industria hollywoodiana di buon livello: girato in maniera molto competente, ma privo di una vera e propria idea di regia che non sia quella di far capire e vedere bene tutto al pubblico; ottimi attori che forniscono interpretazioni di altissimo livello; dialoghi piuttosto arguti ma anche a volte didascalici e una sceneggiatura elegante che però raramente esce dal prevedibile. Il sottotesto del film è intrigante, per quanto non si tratti di un tema inedito (il ricorso a mezzi sleali per affermare degli ideali positivi), ma non basta per risollevare il film dalla classicissima mediocrità della quale si è voluto rivestire, nonostante alcune trovate visive, invero un po’ artificiose.

Se fossimo a scuola il 6 (+ per l’impegno) non te lo toglierebbe nessuno, caro George!

p.s.
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Scritto da Style24.it Unit

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