Fashion week: l’impatto ambientale della settimana della moda

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La settimana della moda è un evento fondamentale nel campo del fashion ed è un evento conosciuto in tutto il mondo.

Tutti i brand lo aspettano per tutto l’anno; è per loro il momento di massima espressione attraverso il quale presentare al grande pubblico le nuove collezioni.

Ma non si parla solo di “settimana della moda”, bensì di “mese della moda“; infatti sono ben quattro le settimane coinvolte nell’evento e sono quattro le città in cui esso si manifesta: Parigi, Milano, New York e Londra.

Sapevate che durante il mese della moda vengono emesse circa 241mila tonnellate di CO2? Un dato davvero allarmante, considerando soprattutto i tempi che stiamo attraversando per quello che riguarda la salvaguardia dell’ambiente.

L’impatto ambientale della settimana della moda

Inutile dire che la situazione attuale sia da tenere sempre più sotto controllo; il cambiamento climatico è palese agli occhi di chiunque e bisogna prendersi cura dell’ambiente anche – e soprattutto – a partire dalle piccole cose quotidiane.

Porre attenzione sull’impatto ambientale che eventi come la settimana (e il mese) della moda hanno è necessario e doveroso. Ci hanno già pensato la fashion week di Helsinki e Copenaghen, ma anche la Camera nazionale della moda italiana sta agendo in questo senso, puntando a un futuro più sostenibile anche per la realizzazione di tale evento.

Le 241mila tonnellate di CO2 emesse durante il mese della moda è un dato che deve fare riflettere; il risultato deriva da Zero to market, uno studio del 2020 realizzato dalla fashion tech company Ordre. Tale ricerca ha elaborato il dato in questione andando a sommare le emissioni annuali di tutti i trasporti, parte integrante del processo di acquisto all’ingrosso, e misurando anche la carbon footprint di oltre settemila persone tra buyer e designer che abitualmente partecipano alle quattro settimane della moda delle quattro città citate sopra.

Come ridurre l’impatto ambientale durante la settimana della moda?

Leonardo Boeri, business development exectuvie per il Sud Europa di Carob trust, ha dichiarato che per ridurre gli impatti ambientali in eventi di così grande importanza come la fashion week e – più in grande – il fashion month, si possa cominciare dalla riduzione delle emissioni dei viaggi.

In questo senso, dunque, si potrebbero preferire spostamenti via treno piuttosto che in aereo (quando possibile) e scegliere anche l’utilizzo di veicoli elettrici.

Un altro aspetto importantissimo connesso ai trasporti, riguarderebbe anche gli spostamenti in città: Boeri infatti proporrebbe l’istituzione di hub dedicati in cui programmare gli eventi, in modo tale da rendere il tutto più semplice, più veloce e decisamente meno impattante a livello ambientale.

E le scenografie da passerella?

Anche in questo caso, un’importante e furba soluzione potrebbe essere la riduzione nella produzione di materiali monouso e il non utilizzo di attrezzature non riciclabili.

Si potrebbe così prediligere l’uso condiviso di sedi e di luoghi per spettacoli durante la settimana – afferma sempre Boeri.

Si tratta di alcuni spunti interessanti da cui partire per cercare, passo dopo passo, di migliorare la situazione attuale anche in vista dei tempi futuri.

Altri aspetti da tenere a mente

A fare parte dell’organizzazione di un evento come la fashion week non sono solamente stilisti/e e modelli/e; c’è tutta la parte che coinvolge i makeup artist, gli hairstylist, gli allestitori, i film maker, i fotografi etc.

Una grandissima quantità di persone che ha necessità sia di spostarsi da una parte all’altra, sia di materiali specifici per ricoprire il proprio ruolo.

Quali saranno le iniziative sostenibili della Fashion Week milanese

Sono anni che la Camera Nazionale della Moda Italiana si impegna per portare cambiamenti nel rispetto dell’ambiente; da diverse edizioni infatti si sta dando spazio a brand focalizzati sul tema della sostenibilità, ospitando Designer for the Planet, l’evento in cui cinque marchi presentano le loro collezioni rigorosamente vicine all’ambiente.

Insieme a questi, anche i Designer for ethical fashion, spazio dedicato al tema della moda etica e sociale che pone l’attenzione alle donne vittime di violenza, agli immigrati e ai rifugiati.

Inoltre, si porrà attenzione ai materiali utilizzati e all’accredito digitale per ridurre ed eliminare lo spreco di carta.

Da tenere in forte considerazione anche il digitale: seguire la fashion week da remoto e in tutto il mondo sarà uno degli elementi più incisivi a livello di sostenibilità e inclusione.

Sicuramente la strada da percorrere e le scelte da compiere sono e saranno molte e complesse, ma è doveroso impegnarsi sempre di più affinché eventi di grosso calibro come la fashion week possano migliorarsi in senso green.