Elisabetta Tulliani e Patrizia D’Addario, le due femmes fatales della politica italiana con qualcosa in comune

Elisabetta Tulliani, come è noto, è al centro dello scandalo che sta investendo il presidente della Camera per la sospetta vendita di un appartamento di Montecarlo.

Sono ancora in vacanza e sinceramente non smaniavo dalla voglia di mettermi a scrivere un pezzo, leggevo anzi interessato gli articoli degli altri. 

Poi da un post della bravissima Eleonora Bianchini vengo a sapere che Elisabetta Tulliani ha intimato a blog e siti italiani di non pubblicare foto e video della sua storia con Gaucci, e allora mi è tornata la voglia di scrivere e di mettere nero su bianco un articolo che mi ero pensato sulla Tulliani, appunto, e su Patrizia D’Addario, le due donne fatali della politica italiana che questa estate (la compagna di Fini) e la scorsa (l’escort barese) hanno monopolizzato l’attenzione mediatica e messo il Paese sull’orlo di una crisi di governo.

Elisabetta Tulliani, come è noto, è al centro dello scandalo che sta investendo il presidente della Camera per la sospetta vendita di un appartamento diMontecarlo, prima parte del patrimonio di An, poi finito non si sa bene come nella disponibilità del fratello Giancarlo. Ma, lasciando l’indagine a Feltri e company, risulta più interessante occuparsi della biografia di questa giovane donna, figlia di un impiegato e di una casalinga, che si divide tra gli studi in leggi e l’interesse per lo spettacolo, e che nel 1997 diventa la compagna di Luciano Gaucci, patron del Perugia calcio, ricco imprenditore e più grande di lei di trentaquattro anni.

Oggi Gaucci, in varie interviste, come in una recentissima concessa a Libero, ammette che la Tulliani è stata con lui solo per interesse e diciamo che, vista la coppia, qualche dubbio viene anche a noi, pur facendo la tara alla fisiologica acrimonia dell’ex piantato per un altro. Però insomma, che la nostra Elisabetta in vita sua abbia ottenuto molto soprattutto grazie al ruolo e al potere dell’uomo che le stava affianco appare indiscutibile, biglietti del Superenalotto a parte.

Patrizia D’Addario ha una storia profondamente diversa, soprattutto con un risvolto profondamente diverso: nonostante il killeraggio quotidiano dei media del premier Elisabetta rimane la rispettabile e invidiata first lady della terza carica dello Stato, mentre Patrizia è una escort di cui è sempre scomodo parlare, e che incontra tanto l’odio dei berlusconiani quanto la diffidenza dell’altra parte (esemplare da questo punto di vista la scena mandata più volte in onda da Blob in questi giorni, dove due femministe da caricatura allontanano da una manifestazione del centrosinistra l’ex cortigiana del premier).

Eppure Patrizia è una che ha sempre provato a farcela con le sue forze, che ha cantato e ballato cercando di ritagliarsi un ruolo nel mondo dello spettacolo, e che poi ha coltivato il sogno di un progetto imprenditoriale per il quale, appunto, aveva pensato di chiedere l’aiuto di Silvio Berlusconi, provvidenzialmente presentatole dall’imprenditore pugliese Giampaolo Tarantini.

Certo, è finita col fare la escort, ma – parlando in generale – viene da chiedersi se sia più disdicevole sfruttare il proprio corpo per farsi sposare dal potente di turno, scegliendo cinicamente secondo l’ammontare del conto in banca e della prospettiva di una vita dorata , o invece mettersi esplicitamente in vendita. A me sembra più rispettabile e onesta la seconda soluzione, ma meno avveduta: Patrizia resterà sempre tecnicamente una prostituta, dunque una donna degna della massima riprovazione sociale, qualche altra invece finirà col diventare la rispettabile e riverita consorte del pezzo da 90.

(Nella foto: Luciano Gaucci ed Elisabetta Tulliani, ai tempi della loro relazione).

Scritto da Style24.it Unit

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