Elezioni regionali 2010: tutto quello che è successo in tv, da Sky a Porta a porta passando per il Tg1

Si chiudono le urne ma nessun canale televisivo ha commissionato gli exit polls, un genere che ormai da noi non va più. Funziona in tutti i paese del mondo, ma a quanto pare non in Italia dove molti elettori di centro-destra si vergognano di dichiarare il loro voto. A pensarci qualche ragione ce l'hanno, ma allora non possono direttamente cambiare preferenza?

SkyTg24 aveva preparato gli intention polls, in pratica dei sondaggi condotti appena prima del voto, ma non li diffonde a causa dei dati troppo incerti. Quindi si mettono per ore a parlare degli unici numeri disponibili, quelli sull'affluenza e sull'astensionismo, producendo sul povero spettatore un effetto valium devastante. Si fugge in massa sulla Rai dove vanno in onda le prime proiezioni. A sfornare dati il solito Maxia, quello che nel 2006 aveva combinato un pasticcio colossale: cambiano i nomi degli istituti demoscopici ma il suo volto a quanto pare non tramonta mai.

Allo speciale Tg3 del pomeriggio Quagliariello e Rosy Bindi sembrano due compagni di banco indisciplinati: parlano e si scambiano foglietti manco fossimo a scuola. Qualcuno toglie fuori per l'ennesima volta la storia dell'Idv partito estremista con cui i democratici non dovrebbero dialogare e la Rosy, qua monumentale, fa: scusate, ma perché Berlusconi quando parla di giudici eversivi e sinistra che porta miserie, terrore e morte sarebbe un moderato?

Nell'edizione del Tg1 delle 20, quasi interamente dedicata alle elezioni, Attilio Romita intervista Capezzone e lo invita a spiegare perché il Pdl ha vinto. Poi ricorda a tutti i telespettatori le parole del capo: vince chi amministra più italiani, non più regioni. Capezzone fa sì con la testa e non si capisce più chi sia il giornalista e chi il portavoce del premier. O meglio, si capisce benissimo che i portavoce sono due e di giornalismo non c'è manco l'ombra.

Intanto, commentando i voti relativi ai partiti, nessun notiziario fa notare la tranvata presa dal Pdl che piomba al 26,7 per cento dal 33 che aveva alle elezioni europee. Il centrodestra vince soprattutto grazie all'affermazione della Lega, ma evidentemente pare brutto dirlo. Comunque il Tg1 si conclude con l'autorevole intervento di Vittorio Feltri, direttore del quotidiano della famiglia Berlusconi appena sospeso dall'ordine dei giornalisti. Chapeau a Minzolini.

Parte lo speciale Porta a porta in prima serata, dove tra gli ospiti in collegamento ricompare il nostro Minzo, che ormai sembra un pupazzo in mano al ventriloquo Berlusconi: ripete passo passo le parole del capo con precisione e dedizione encomiabili: contano gli italiani amministrati, il successo della Lega contribuirà a stabilizzare il governo, il Pdl ha dimostrato una grande organizzazione nel trasferire i suoi voti a quelli della lista della Polverini eccetera, eccetera. Bravo Augusto, come te non scodinzola davvero nessuno.

Sul tardi riappare Vittorio Feltri, che evidentemente in Rai hanno deciso di riabilitare in qualsiasi modo. Poi Vespa, quello imparziale e indipendente, supera se stesso: "Secondo me la sospensione dei talk show ha svantaggiato Berlusconi, perché non ha potuto mostrare in tv i risultati del suo governo del fare". Che volete, con un'informazione così è già troppo che Berlusconi non l'abbiano votato pure in Corsica. Tocca davvero accontentarsi.

Scritto da Style24.it Unit

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