Elena Santarelli e la pubblicit… “Parah”: uno spunto di riflessione

Spesso ci lamentiamo per la volgarità in tv, per i corpi nudi che infestano le trasmissioni, per i doppi sensi che non mancano mai nei programmi televisivi (anche se i più piccoli non sono in grado di coglierli, mi sembra quindi inutile lamentarsi). Poi però cosa succede? Si prende l'auto, ci si ferma in coda a qualche semaforo e si rimane imbambolati a guardare le pubblicità di un intimo (certo, dipende dal livello di perversione che si è raggiunto, l'imbambolamento può essere anche una semplice e veloce occhiata). Per un attimo voglio vestire i panni del presidente di un comitato per la difesa dei minori, e voglio tuonare: "La pubblicità di Elena Santarelli per Parah mi sembra un pochettino troppo spinta". Cliccate sull'immagine, ampliatela e capirete.

Non voglio fare il moralista – mi avete già accusato tante volte di esserlo – ma siccome siamo sempre pronti a bacchettare pubblicità simpatiche come quella di Rocco Siffredi e delle sue patatine, potremmo anche volgere altrove lo sguardo e renderci conto che la mercificazione del sesso spesso risiede altrove, ha radici lontane che esulano dal contesto televisivo (per quest'ultimo aspetto dovremmo ringraziare le tv private di Berlusconi e quei malandrini Drive in e Colpo Grosso)

Proviamo a fare mente locale. Un bambino guarda la pubblicità di Rocco Siffredi, quello che ha provato tante patatine, e vede un semplice ometto in accappatoio che parla del loro snack preferito. "Beato lui", penseranno.
Gli adulti invece – almeno ai primi passaggi dello spot – ridono sotto i baffi.
Ora pensiamo ad un bambino che sta per essere accompagnato a scuola dal papà o dalla mamma, si ferma al semaforo, alza lo sguardo e si ritrova Elena Santarelli, quella che hanno visto in qualche striscia dell'Isola dei Famosi, a Studio Aperto, o magari nel film di Natale con Paolo Bonolis, sdraiata non si sa dove, con lo sguardo ammiccante, e le parti intime in bella mostra. Lo so, c'è di peggio in giro, infatti questo è solo un pretesto.
A cosa penseranno? Alla merenda? No, ad un modo di essere, al mettersi in mostra senza pudore, al sesso come normale metodo di promozione di se stessi e dei prodotti. E' sempre stato così, me ne rendo conto, ma è inutile accanirsi solo con le pubblicità che circolano in tv, chiedendone la soppressione, e poi scandalizzarsi unicamente per i manifesti pubblicitari con immagini gay del solito Oliviero Toscani.
I comitati per la difesa dei minori hanno un curioso modo di lavorare, colpiscono duramente la tv perchè questa quotidianamente ci nutre di idiozie servendosi di un palcoscenico con un'ampia platea, però si preoccupano poco dei teatri minori, quelli più piccoli, di strada, con meno posti a sedere.
Ma un bambino non fa questa distinzioni: cattura immagini, suoni, emozioni, messaggi e li rielabora senza pensare troppo al luogo da cui provengono.
Elena Santarelli svestita per Parah è solo un esempio: alzate lo sguardo dallo schermo, scommetto che intorno a voi – in qualche angolo della stanza in cui vi trovate- ci sarà un richiamo sessuale.
Nel caso non fosse così aprite la finestra e guardate giù in strada, o fate un saltino sul primo portale on-line che vi viene in mente.

Scritto da Style24.it Unit

Lascia un commento

Leggi anche
Contentsads.com