Ecco come Berlusconi vuole stravolgere la legge sulla par condicio: prepariamoci al peggio

La legge sulla par condicio è un provvedimento senza dubbio anomalo e ai limiti del grottesco per uno stato liberale: in nessun paese democratico del mondo il legislatore detta le condizioni sui modi e sui tempi della comunicazione politica agli organi d'informazione. D'altra parte in Italia un tentativo di regolamentazione, seppure così controverso, era assolutamente necessario: tutti ci ricordiamo la campagna del '94 quando, in assenza di qualsiasi norma, Silvio Berlusconi potè concorrere alle elezioni politiche giovandosi in pieno della situazione di vantaggio garantitagli dal suo colossale conflitto d'interessi: spot a pioggia in tv (con soldi che il Cavaliere, in quanto leader di Forza Italia e proprietario di Mediaset, pagava a se stesso), divetti del piccolo schermo a fare proselitismo politico nelle loro trasmissioni, telegiornali usati come strumenti di propaganda.

Non è un mistero però che quel provvedimento sia stato sempre inviso al premier, che da anni va ripetendo la necessità di abrogarlo o di modificarlo radicalmente. Cosa che la maggioranza parlamentare quasi sicuramente provvederà a fare dopo le elezioni regionali, come anche ieri ha ricordato il viceministro Romani. La riforma dovrebbe basarsi sul testo già depositato in Senato dal pidiellino Butti e potrebbe presto trasformarsi nell'ennesima legge ad personam, o forse meglio ad factionem, varata da questa maggioranza parlamentare e del suo governo.

Il progetto infatti sembra studiato non per disciplinare nel migliore dei modi una materia così delicata ma, al solito, per garantire i maggiori vantaggi alla propria parte. Nel concreto la riforma Butti prevede che gli spazi televisivi siano ripartiti tra i soggetti politici in modo proporzionale ai risultati delle ultime elezioni, misura che evidentemente garantirebbe al Pdl la massima visibilità possibile . Viene da domandarsi cosa avrebbe detto e fatto Berlusconi se, ai tempi della discesa in campo, una legge del genere gli avesse negato la ribalta televisiva in quanto nuovo soggetto politico.

Poi il testo Butti si preoccupa di abolire il divieto per i politici di partecipare, durante la campagna elettorale, a trasmissioni di intrattenimento (aspettiamoci quindi frotte di onorevoli della destra in tutte le trasmissioni Mediaset e Rai presentate dai cortigiani del Cavaliere) e permette di pubblicare sondaggi fino a pochi giorni dalla data delle elezioni (con la fin troppo scoperta volontà di adoperare i soliti sondaggi taroccati per influenzare gli elettori). Resterebbe solo il divieto della pubblicità politica sui canali nazionali, forse. Ma è meglio aspettarsi il peggio.

Scritto da Style24.it Unit

Lascia un commento

Leggi anche
Contentsads.com