Donne nude e porno, dalla censura in tv all’anarchia di Internet

di Riccardo Spiga

L'altra notte, con il decoder del digitale terrestre nuovo di zecca, mi sono fatto un giro per canali che non frequentavo da anni: tv locali che, con il satellite, avevo del tutto perso di vista.

Però c'era qualcosa che non mi tornava e dopo qualche minuto ho realizzato cosa fosse: mancavano le donne nude e la pubblicità dei numeri di telefono erotici, programmazione d'obbligo delle notti bollenti – o pseudo tali – delle televisioni regionali. Che era successo? Poi mi sono ricordato. L'ordinanza dell'Authority per le comunicazioni che, da più di due anni, vieta a qualsiasi ora film o réclame con contenuti pornografici.

Scopro dunque solo ora e con un certo stupore (siamo in Italia) che le regole vengono rispettate. Meglio così, anche se quei filmetti spinti che negli anni 80 le tv locali elargivano a migliaia di adolescenti in preda a tempeste ormonali e quelle improbabili pubblicità delle chat erotiche che hanno popolato le notti televisive dell'ultimo decennio hanno comunque fatto epoca e segnato un periodo. Insomma, un po' di effetto nostalgia è inevitabile.

Però l'ordinanza è condivisibile: nella televisione in chiaro, accessibile a tutti con un tocco di telecomando, è opportuno evitare che un bambino si possa ritrovare davanti una tettona conturbante che usa in modo eterodosso la cipolla della doccia e dice sconcezze per convincere l'allupato di turno a sprecare soldi al telefono.

Trovate il resto su Teleipnosi.

Scritto da Style24.it Unit

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