Costanzo Show: intervista ai fratelli Schittino (Joe e Jennifer)

Teledicoio ha il piacere d’ospitare i fratelli Schittino, Jennifer e Joe, due tra i personaggi pi— mirabili del Maurizio Costanzo Show. Cosa fanno oggi, a vent’anni di distanza?

Uno degli aspetti positivi dell’essere un blogger Š che hai l’opportunit… di soddisfare alcune tue astruse curiosit… personali celandole dietro la tua qualifica. “Ciao, sono un blogger, potrei farti delle domande personali che se te le facesse un altro lo fanculizzeresti (trad. = un’intervista)?” e loro “OK!“. Fossi un pirla qualunque – un pirla senza blog, intendo – sarebbe ben pi— difficile, ‡a va sans dire. Essendo un pirla *con* blog, invece, ne approfitto finchŠ posso, andando alla ricerca di chi, apparendo in quello scatolotto magico che Š la tv, ha colpito pi— di altri la mia immaginazione.

Jennifer e Joe Schittino, signore e signori, ricadono a pieno diritto in questa categoria. Coloro che hanno pi— di venticinque anni se li ricordano di sicuro: sono i “fratellini inquietanti” del Maurizio Costanzo Show. Quelli serissimi, che non ridevano mai, esatto. La loro impassibilit… ha fatto storia, e… beh, all’epoca mi incuriosirono cos tanto che non ho potuto non cogliere l’occasione d’intervistarli. Ne Š venuta fuori una delle chiacchierate pi— piacevoli da quando gestisco Teledicoio, piena di aneddoti curiosi e di spunti interessanti.

1) Ciao Jennifer e ciao Joe, benvenuti su Teledicoio. E’ un vero piacere per me ospitare due tra i personaggi televisivi pi— inconsueti mai apparsi su un teleschermo… avete segnato la mia infanzia in maniera indelebile, sappi…telo. La prima domanda, per quanto banale, Š doverosa: come siete finiti al Maurizio Costanzo Show?

Ciao a te Paolo, e grazie per l’ospitalit…! In effetti quella televisiva Š stata un’esperienza molto forte e inaspettata anche per noi… Spiegare come siamo finiti da Costanzo Š un po’ lungo, ma cercheremo di sintetizzare: i nostri genitori gestivano una galleria d’arte a Siracusa, con annessa bottega di legatoria e restauro di libri antichi (un mestiere che oggi Š pressoch‚ scomparso). Noi passavamo l tutta la giornata, sommersi di polvere, anticaglie e una marea di cultura celata in tutti quei libri: era naturale che ad un certo punto scoprissimo il fascino di quei tesori di altre epoche e creassimo con la fantasia un luogo ideale, assolutamente impermeabile alle influenze dell’esterno e fatto di storie e personaggi paralleli. I nostri genitori non volevano che passassimo la giornata al chiuso, fra cornici e pergamene, e ci spingevano in continuazione ad uscire con i compagnetti, a giocare… E noi protestavamo. Io (Joe), da solo, a tre-quattro anni avevo imparato a leggere e a scrivere. Mi piaceva sapere, volevo capire e sapere tutto, e mettevo in versi le mie riflessioni sui temi pi— disparati – naturalmente, intendiamoci, con l’ingenuit… e la spensieratezza di quell’et…, mentre io (Jennifer) ero pi— appassionata di bambole antiche e di testi teatrali. Il negozio era anche un ritrovo della locale mondanit… e cultura: una mattina del 1989 un giornalista port• a rilegare dei volumi e trov• Joe assorto nella lettura di un libro di Moravia… Ne nacque un’intervista che del tutto casualmente, come poi ci dissero, era capitata sul tavolo della redazione del Maurizio Costanzo Show… E il resto, voil….

2) Sentite, devo essere sincero: a me mettevate una certa soggezione (e trovarvi pi— espansivi mi fa un certo effetto). La domanda che si pone la gente – anche oggi – Š per l’appunto: “Ma quei ragazzini erano veramente cos?”. Vi circondava un’aura di austerit… strabiliante. Se posso permettermi, quanto c’era di voi su quel palco? Pi— finzione o pi— realt…?

Chiaro che un forte dubbio Š rimasto, e lungo il nostro cammino ne abbiamo sentite di tutti i colori: gli Schittino sono dei piccoli mostri, sono i genitori a vessarli e a pilotarli, Costanzo li vuole fare studiare e analizzare… A Siracusa, che Š un grosso paese, la gente si era divisa in due fazioni: schittiniani e antischittiniani…Volevano fare di noi un caso psicopatologico, per fortuna il tempo ha fatto il suo corso e le acque si sono calmate! La risposta Š sottile: di noi su quel palco c’era s l’austerit… e la seriet…, c’erano s gli esperimenti di Jennifer sulle bambole e i dottissimi sonetti di Joe sulla decomposizione, ma anche una bellissima dose di divertimento e auroironia noir che Š nel DNA di famiglia e non ci ha mai abbandonato. In pratica, noi due sul palco ci divertivamo a prendere in giro prima di tutto Costanzo, poi la platea nazionale, esagerando il nostro carattere e inventandoci su due piedi improbabili situazioni da famiglia Addams, e poi di sera, finita la trasmissione, ci facevamo delle enormi risate “private” scimmiottando le facce stupefatte degli altri ospiti. Ci teniamo a sottolineare che nessuno, n‚ genitori n‚ staff di Costanzo, ci ha mai imposto di dire o fare o essere qualcosa di diverso da come “eravamo” noi, anche se Š chiaro che quest’atteggiamento doveva finire prima o poi con l’essere frainteso.

3) Se penso ai fenomenali Schittino mi torna in mente soprattutto il modo in cui il fratello teneva rigorosamente a bada la sorella. Mi son sempre chiesto se Jennifer, una volta a casa, si vendicasse facendo tremendi dispetti a Joe. Ecco, non vorrei essere indiscreto, ma com’Š il rapporto tra voi due? (Sarebbe straordinario se ora fosse Jennifer a tenere a bada Joe: ruoli invertiti).

Alla base di tutto c’Š un rapporto assolutamente simbiotico tra noi due: siamo cresciuti insieme in quella enorme bottega delle meraviglie e siamo da sempre in contatto telepatico: ancora oggi, quando Joe telefona a Jennifer, trova occupato perch‚ nello stesso istante Jennifer sta telefonando a Joe… Inventammo anche una lingua personale, conosciuta solo da noi due, che usiamo tuttora e parliamo correntemente – no, non Š il classico alfabeto farfallino dei bambini: si tratta di una vera lingua autonoma, con un ricco vocabolario e regole fonetiche complesse, con una declinazione di tre casi e due coniugazioni verbali. Sarebbe interessante parlarne… Joe ha sempre avuto un carattere pi— riflessivo (ma comunque estroverso), mentre Jennifer era il vulcano. Il dominio di Joe era intellettuale, mentre Jennifer era la terrorista di famiglia. Quando eravamo piccoli era naturale che scoppiassero improvvise e terribili battaglie per il predominio delle patatine o per il possesso del pianoforte: inseguimenti, urla, picchiamenti, rotolamenti dalle scale e ferimenti… I dispetti c’erano, ed erano crudelissimi: Jennifer adagiava i miei scritti sul fornello acceso, io infilavo un suo orsacchiotto nella vaschetta dell’acido muriatico (che mio padre teneva in laboratorio per realizzare le lastre delle incisioni all’acquaforte); per ritorsione Jennifer giocava a football con il modellino della “Bismarck” da me appena ultimato, e io in cambio le sbriciolavo dentro il letto un chilo di terra bagnata con la mia propria personale pip (no, dico, ve li immaginate?, N.d.Paolo). I nostri genitori ci lasciavano fare senza muovere un dito per separarci, solo controllando da lontano che nessuno si facesse troppo male – e hanno fatto benissimo, perch‚ ci hanno insegnato cos ad avere il senso della responsabilit… e della misura nei confronti degli altri: tante volte (ma questo capita a tutti) la gente Š molesta, cattiva e piena di pregiudizi, ma non per questo non va rispettata.

4) Suppongo sappiate che siete rimasti nella memoria del pubblico: ci sono persone che mi domandano di voi… a distanza di quasi vent’anni. Vi capita ancora d’esser riconosciuti? E inoltre, la notoriet… vi ha in qualche modo infastiditi? L’avete vissuta pi— come una fortuna o come un peso?

Jennifer era ancora molto piccola, adesso Š completamente cambiata e quasi nessuno la riconosce pi— (Š diventata una donna di notevole fascino, N.d.Paolo): Joe purtroppo, nonostante occhialetti e barbetta, viene ancora fermato per strada. Si illuminano e dicono: ma tu sei il bambino che cantava al Costanzo Show! Risate mentali e sbigottimento: Joe non ha mai cantato al Costanzo Show (n‚, grazie a Dio, da nessun’altra parte!), e soprattutto non Š pi— un bambino. Quando siamo particolarmente stanchi, e non ci va di ripetere le stesse cose che ripetiamo da vent’anni, diciamo: “no, non siamo noi, scusate!”, “no, Schittino Š mio cugino”, “mio fratello gemello”, “non sono io: lo sa, altre persone mi hanno fermato, sar… una somiglianza veramente forte!”… Ma, se vediamo che farsi riconoscere pu• rendere per un attimo felice il nostro interlocutore, perch‚ no? Ci fermiamo e raccontiamo, in un minuto, la nostra esperienza. E ce ne andiamo con un sorriso. A volte nella nostra vita avvertiamo pesantemente questo scarto, questo gap, fra noi da bambini e noi oggi. Non Š facile convivere con la persona che sei stata, che si Š fermata come una fotografia nella memoria del pubblico e ti perseguita come un fantasma. Soprattutto se tra gli Schittini ottenni / dodicenni e quelli adulti c’Š tanta, ma tanta strada fatta. Ci ricordiamo che per noi era difficilissimo uscire di casa per andare a scuola: ogni mattina davanti al portone c’era una piccola folla di curiosi che voleva vedere i fenomeni. E durante la ricreazione, non potevamo uscire dalla classe: porta tappata da decine di studenti curiosi… Ci ricordiamo anche della faccia attonita del nostro postino, che ogni giorno (e per anni) ci recapitava non meno di venti lettere da tutta Italia (molte ormai arrivavano senza nemmeno il nostro indirizzo sulla busta): c’era di tutto, dalle lodi sperticate agi insulti pi— tristi che si possano rivolgere a due bambini… A qualcuna abbiamo risposto, e alcune delle amicizie nate cos casualmente sono ancora molto vive e intense.

5) Cosa vi ha lasciato l’esperienza del Maurizio Costanzo Show? E’ stata positiva? Col senno di poi, la rifareste?

Se poniamo prima la domanda sul piano pi— superficiale, Š chiaro che per noi Š stata un’esperienza fantastica, che pochi bambini alla nostra et… e nella nostra condizione possono aver fatto: Jennifer ricorda le sontuose torte e i ristoranti dopo la trasmissione, Joe le donne mature e bellissime che circolavano nei camerini e la schizofrenia del mondo dello spettacolo: due soubrettes che un momento prima si erano picchiate e strappate i capelli, un momento dopo, sul palco, sorridevano e si abbracciavano come due care amiche… Chiaro che abbiamo imparato tantissime cose, belle e brutte, da quell’esperienza. Gestire la propria persona davanti alle telecamere (e che telecamere!) Š stato un esercizio fondamentale: ordinare sul momento i propri pensieri per farli arrivare con semplicit… e intelligibilit…, parlare senza mangiarsi le parole, evitare di essere offensivi con qualcuno… Un ottimo esercizio di autodisciplina, se fatto a dodici anni! Per questo motivo, pensiamo, non abbiamo mai avuto in seguito difficolt… a parlare in pubblico o a confrontarci con persone pi— grandi di noi in tutti i sensi, senza essere presuntuosi ma senza nemmeno farci sovrastare. Rifare quell’esperienza? Allora eravamo troppo piccoli e la notoriet… in definitiva non ci ha fatto bene, perch‚ c’era in fondo ben poco da celebrare e da porre all’attenzione del pubblico: ora il materiale ci sarebbe eccome, ma tendiamo a credere (sperando di essere un giorno smentiti) che l’attuale televisione, per com’Š pensata e gestita, almeno in Italia, non sia un mezzo adeguato a veicolare questi contenuti.

6) Avete preso parte anche ad un film, Vacanze di Natale ’90. Com’Š stato per due ragazzi recitare in un cosiddetto cinepanettone?

Ah, entusiasmante! Al di l… di tantissime cose (qualit… dell’operazione in primis), ci siamo molto divertiti. Recitavamo nella scena della cena di Natale, c’era Abatantuono (gentilissimo e premuroso fuori dal set con noi bambini), c’era Paolo Paoloni, c’era Maria Tedeschi che era gi… all’epoca una vecchia gloria del cinema italiano e con noi era molto dolce… Ricordiamo quella tavola imbandita come un luogo delle favole: davanti a noi c’erano dei gamberetti in salsa piccante, che noi bambini non potevamo fare a meno di divorare continuamente: gli scenografi erano disperati perch‚ ogni dieci minuti dovevano rimettere i gamberetti nuovi nel nostro piatto! Ricordiamo anche che, durante la pausa, Jennifer aveva perso un orecchino sul prato e ci fu una ricerca di quasi due ore per ritrovare l’oggetto e poter continuare le riprese…

7) Dopo il Maurizio Costanzo Show ho scoperto che vi siete fatti un nome nel campo della musica: Joe Š infatti un affermato compositore, mentre Jennifer una talentuosa cantante lirica. I miei complimenti ad entrambi! Avete pi— avuto occasione di frequentare il mondo della tv?

La maggior parte dei bambini prodigio si perde strada facendo: diventati adulti, e venuta a mancare la caratteristica che rende l’idea del fenomeno, vivono la loro vita normale. Ricordiamo che subito dopo la nostra prima apparizione al Costanzo Show, ci fu una vera e propria ondata di piccoli poeti e poetesse, scrittori in fasce, musicisti, imitatori e attori dall’et… a una sola cifra, che ebbero grazie al palco del teatro Parioli il loro momento di notoriet…… A volte ne invitavano qualcuno quando c’eravamo noi: speravano forse in qualche sfida a chi era pi— bravo? Noi non sentivamo minimamente lo spirito della competizione, pensavamo ad altro! Abbiamo continuato per la nostra strada vivendo con sereno distacco il fatto che la fine dell’adolescenza ci avesse reso mediaticamente meno interessanti. La tv l’abbiamo ritrovata in altri contesti, e all’estero: nel 2007, per esempio, la ZDF ha dedicato un interessante servizio alla prima rappresentazione dell’opera lirica che Joe ha scritto su libretto di Klaus Rohleder e ispirata alla vita di Caroline Neuberin, la Goldoni in gonnella del teatro tedesco del Settecento… Quindi, altri contesti e altro contenuto! In Italia, in questo momento di svalutazione della cultura e conseguentemente del valore dell’individuo (in quanto uomo prima ancora che artista), sarebbe impensabile un’operazione del genere.

8) Non essendo il mio campo, non ho l’ardire di mettermi a discettare di musica con voi. Vi domando soltanto: Joe, com’Š la vita di un compositore? Jennifer, com’Š la vita di una cantante lirica?

Sono vite pericolose! Sempre in bilico tra sopravvivenza e improvvise “boccate d’aria”, quasi sempre in viaggio, trascorriamo la nostra vita a lottare sul duplice piano della ricerca interiore e del doverci misurare quotidianamente con le piccole grandi miserie dell’ambiente. Jennifer lavora anche nel teatro di prosa e non ha un momento libero fra prove e recite; Joe riceve commissioni, scrive e manda partiture e quando non Š in giro per assistere alle “prime” si chiude in casa e diventa un appassionato networker. Ma, mentre Jennifer nel suo mestiere Š pi— facilmente “veicolabile” (ricordiamoci che l’Italia, persino quella attuale, resta il paese del Bel Canto), a un livello che non sia quello dell’‚lite culturale il mestiere del compositore, almeno qui da noi, resta uno dei pi— arcani misteri del mondo. In Italia la spaccatura tra pubblico e musica d’oggi Š spaventosa: esiste il pubblico delle stagioni in abbonamento (fossilizzato sui vari Rigoletti e Traviate, che non vuol sentire altro – per paura? per mancata educazione?), esiste il pubblico pi— smaliziato che frequenta altri generi e altri musicisti (senza pregiudizi, spaziando qua e l…, ma forse senza una vera e specifica comprensione), esiste il ristretto pubblico della musica contemporanea, aristocraticamente devoto alle avanguardie e accademie consacrate: chi non appartiene a una specifica scuola, o non Š fornito di un adeguato pedigree di premi, circoli, istituti e diplomini di accademie, viene messo da parte. E poi, il grande pubblico della musica impropriamente detta “leggera” (ma anche Mozart, Chopin e Strauss hanno scritto essenzialmente musica leggera, cos come Gianni Celeste, i Beatles e Zucchero nei loro generi sono dei grandi classici!). In Italia un biglietto per l’opera costa cinquanta euro, in Lituania cinque euro. Vuoi che la cultura non fugga via da noi?

9) La curiosit…, pi— che donna, Š blogger: i fratelli Schittino hanno l’opportunit… di guardare la tv? Se s, quali programmi seguono solitamente? E soprattutto, cosa pensano della televisione attuale?

Per anni abbiamo entrambi rifiutato di guardare la televisione, proprio perch‚ avevamo visto com’Š “dall’altra parte”: potevamo prevedere tutto… A casa nostra, poi, si Š sempre conversato a tavola, e non sopportiamo l’invadenza di un altro discorso sovrapposto al nostro, pur se confinato nello spazio di un angolino in sala da pranzo. Avevamo un vecchissimo televisore in bianco e nero dei primi anni Settanta: era una scatola magica! Quando ci regalarono un televisore a colori credevamo che fosse ancora meglio, ma la poesia era completamente sparita: tutto cos reale, vivido… E tornammo quasi subito al nostro catorcio, fin quando si guast•. Cosa pensiamo della televisione attuale? Sarebbe troppo scontato dirne peste e corna: sicuramente una televisione Š lo specchio fedele del Paese in cui trasmette… Nella televisione italiana ci siamo tutti noi con la nostra paura del futuro, che viene esorcizzata con veline e luccichini, gente felicissima e che mette a nudo le proprie emozioni (oltre che a volte i propri sederi) con una disinvoltura che Š spia inconfondibile di malessere sociale. Cosa guardiamo oggi, quando siamo liberi e siamo in casa? Sorpresa: “Beautiful” ci emoziona e ci esalta, perch‚ Š teatro puro: una macchina perfetta di intrighi e situazioni, che rappresenta bene l’evoluzione della societ… americana con i suoi vuoti cerebrali, con le sue aspirazioni sciocche e sublimi e i suoi curiosi pregiudizi; negli ultimi tempi, per esempio, hanno fatto il loro ingresso nella soap persino attori di colore… Finora, per•, nessun ruolo gay: un vero peccato! Speriamo che anche quest’ultima barriera venga presto infranta.

10) La rivelazione su Beautiful mi ha sconvolto. Ad ogni modo, Sally Spectra la adoravo (riposi in pace). Augurandovi il meglio per le vostre carriere e ringraziandovi per esser stati cos disponibili, diteci dove potremmo vedervi nel prossimo futuro: in quali progetti siete coinvolti?

Jennifer ha partecipato con una installazione di luce e musica all’inaugurazione della scorsa Biennale d’Arte di Venezia, e prossimamente questo spettacolo andr… in tourn‚e in Estremo Oriente; Joe, oltre a continuare la sua collaborazione con la Maison d’‚ducation de la L‚gion d’Honneur (il collegio napoleonico) e con l’Alliance Artistique Europ‚enne di Parigi (di cui Š composer in residence dal 2009) realizzer… nel 2012 la prima esecuzione integrale di un oratorio per solisti, coro e grande orchestra sul tema della divisione e riunificazione tedesca a Greiz, in Germania, con la partecipazione della Vogtland Philarmonie e il diretto patrocinio dello Stato tedesco. E in Italia continuer… a essere un disoccupato.

 

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Scritto da Style24.it Unit

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