Coronavirus, Paolo Brosio attacca Conte: “Doveva affidarsi a Dio”

Paolo Brosio critica il premier Giuseppe Conte per il modo in cui ha gestito l'emergenza Coronavirus.

Paolo Brosio, attraverso un’intervista rilasciata all’Adnkronos, esprime il suo giudizio sul modo in cui il premier Giuseppe Conte ha gestito e sta gestendo l’emergenza Coronavirus. Secondo il giornalista, ci si è affidati troppo alla scienza dimenticandosi di Dio.

Coronavirus: Paolo Brosio attacca Conte

Paolo Brosio non accetta il modo in cui Giuseppe Conte sta affrontando l’emergenza Coronavirus. Il giornalista, intervistato dall’Adnkronos, ha ammesso che il premier avrebbe fatto bene ad affidarsi a Dio piuttosto che alla scienza. Ha dichiarato:

“Il Governo guidato dal Movimento 5 stelle non è interessato ai valori cristiani. È proprio in questo momento difficile che bisogna chiedere aiuto a Dio. Non puoi affidarti solo alla scienza perché non è Dio, altrimenti avremmo risolto tutto con la bacchetta magica. Dobbiamo rimettere al primo posto Dio”.

La visione di Brosio, come abbiamo visto in diversi interventi televisivi, è permeata dalla fede e, non sempre, risulta razionale. Paolo, poi, è entrato nel ‘vivo’ della sua polemica:

“Quando Conte si è insediato con il ‘Conte bis’ mi ha preoccupato quando ha parlato del nuovo umanesimo dove ha parlato di tutto, dell’uomo, della tecnologia e della scienza senza mai dire la parola ‘Dio’. Il Governo ha pensato a tutto tranne che alle fede. Puoi comperare tutto in questi giorni di quarantena, anche le sigarette, il cacciavite, ma si chiudono le chiese perché, secondo loro, sono luogo di ricettacolo di focolaio. Se le chiese vengono abitualmente disinfettate, con le dovute precauzioni, perché non tenerle aperte almeno per le messe feriali? Mantenendo ovviamente le distanze e tutte le direttive che ci dà la comunità scientifica? Bisogna tornare a Dio e anche di corsa perché quello che sta avvenendo è un segnale ben preciso”.

Possibile che Brosio non si renda conto del rischio che si potrebbe correre se le sue parole venissero prese alla lettera?

L’idea di Brosio

Paolo, affinché il suo appello venga ascoltato, ha proposto:

“Si potrebbe allestire un altare leggero dove il sacerdote sul sagrato parla dal microfono e la gente da fuori, mantenendo le distanze, con mascherina e guanti può ascoltare e prendere l’ostia. Se non fai la confessione come fai a toglierti il peccato dall’anima? Abbiamo pensato a tutto tranne che a Dio”.

Sono giorni che l’OMS, il Governo, i Sindaci, la Protezione Civile e perfino Barbara D’Urso, ci ripetono le norme igeniche da rispettare e Brosio lancia l’idea della ‘comunione’? Immaginiamo la scena: messa di Pasqua, tanta gente e sacerdote che, munito di guanti, distribusce l’ostia. Ammesso il fatto che il prete consegni “il corpo di Cristo” nelle mani e non in bocca, non ci sarebbe comunque la possibilità di contagio? A meno che il ‘portavoce’ di Dio non prenda qualche brevetto per il lancio dell’ostia dubito che quanto detto da Paolino sia fattibile.

Scritto da Fabrizia Volponi

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