Condannato a morte esprime l’ultimo desiderio: nessuno poteva immaginarlo

Un uomo prossimo alla condanna a morte, come ultimo desiderio decide di scrivere una lettera alla propria madre. Non è una lettera d'amore filiale, ma è una lettera di rimprovero per non essere stata troppo severa e per non avergli fornito l'educazione necessaria. Il suo desiderio è di far leggere la sua lettera a più genitori possibili per evitare di commettere lo stesso errore.

Il protagonista di questa vicenda è un detenuto in attesa della sua esecuzione. Ma ciò che stupisce della storia di quest’uomo è il suo ultimo desiderio; che in questo caso non è l’ultima sigaretta o l’ultimo saluto a una persona cara. L’ultimo desiderio di quest’uomo prossimo alla morte è stato chiedere alla guardia di procurargli una penna e un foglio; con cui poter scrivere. Fin qui sembrerebbe tutto nella norma, un uomo che decide di dare un ultimo saluto alle persone che ama prima di morire. Ebbene, non è così, l’uomo scrive una lettera indirizzata alla madre, ma non sicuramente per un addio strappalacrime. Ora vedremo insieme le ultime parole di un condannato a morte alla propria madre.

Condannato a morte esprime l'ultimo desiderio: nessuno poteva immaginarlo

L’ultima lettera di un condannato a morte

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, questa non è una lettera di amore scritta da un figlio per la propria madre; non ci sono ringraziamenti commoventi o parole dolci per una figura materna che, nonostante le difficoltà della vita e il disagio esistenziale, c’è sempre stata. Non c’è niente di tutto ciò; l’uomo scrive una lettera di rimprovero incolpando in parte la propria madre dei suoi crimini; e di averlo reso l’uomo aggressivo e intollerante che è diventato.

Dopo un incipit classico con “Cara mamma”, il condannato ipotizza l’esistenza di una giustizia equa, secondo la quale, se esistesse veramente, anche la madre dovrebbe essere giustiziata al suo fianco. Sono parole dure che incolpano severamente la madre; per tutte quelle volte che invece di rimproverarlo e fargli capire dove sbagliava, lo assecondava. Da bambino a adolescente, la madre non è stata in grado di dargli una solida educazione e dei valori di riferimento; anzi lo ha sempre coperto nelle sue marachelle che con il passare del tempo si sono evolute in veri e propri crimini.

Come racconta l’uomo stesso nella sua lettera; quando da piccolo ha rubato la sua prima bicicletta, la madre, al posto di rimproverarlo severamente e metterlo in punizione; lo ha aiutato a nasconderla per evitare che venisse scoperto dal padre. Oppure quella volta in cui ha rubato i soldi dal portafoglio del vicino e invece di restituirli al legittimo proprietario e insegnarli il rispetto della fatica altrui; hanno speso quella somma insieme al centro commerciale. E ancora quella volta che dopo aver litigato con il padre per aver copiato il compito in classe; la madre ha deciso di scagliarsi contro la rabbia e la delusione del marito e degli insegnanti. Tutto questo, a detta dell’uomo prossimo alla morte, ha contribuito a spinargli la strada verso la delinquenza.

La conclusione e ultimo desiderio

Dopo aver incolpato la madre della sua prossima morte per non essere stata severa abbastanza; l’uomo ammette di non poterla odiare per questo perché in fondo resta e resterà sempre sua madre. Ma era comunque un bambino vivace che necessitava di una educazione e di un’istruzione per non diventare un ragazzo aggressivo e problematico. Nonostante questa sua grave mancanza; alla fine della lettere decide di perdonarla ed esplicita il suo ultimo desiderio: far leggere le sua parole a più genitori possibili al fine di evitargli di ripetere il suo stesso errore. I genitori con la loro educazione sono i primi responsabili di quello che un giorno i loro figli diventeranno. Infine la ringrazia per avergli donato e allo stesso tempo tolto la vita; firmandosi “Il tuo figlio delinquente”. Chi ama veramente il proprio figlio non esita a rimproverarlo.

La lettera

“Cara mamma, se mai fosse esistita una vera giustizia in questo mondo, oggi non sarei da solo ad essere giustiziato ma saremmo stati in due. Sei la mia complice in tutto ciò, anzi sei colpevole anche della vita che mi toglieranno. Riesci a ricordare quando da bambino ho rubato la bicicletta di un ragazzo e l’ho portata a casa? Sei stata tu, che invece di sgridarmi, mi hai dato una mano a nasconderla per evitare che papà lo scoprisse e mi punisse severamente.

E ancora, hai dimenticato quando ho rubato i soldi da quel portafoglio? Anche lì sei stata mia complice, quei soldi li abbiamo spesi insieme al centro commerciale. Ti ricordi quando, dopo aver litigato animatamente con mio padre, lui poi se n’è andato? Avevo copiato la prova all’esame, avevano scoperto il mio imbroglio e avevano deciso di espellermi. Lui voleva soltanto che studiassi e mi creassi un futuro onesto.

Invece di dargli ragione e punirmi, hai deciso di andare contro la rabbia di mio padre, contro gli insegnanti e per questo mi hai privato della possibilità di imparare cosa fosse giusto e mi hai indirizzato alla strada della delinquenza. Mamma non posso odiarti per questo perché sei pur sempre mia madre. Io ero solamente un piccolo bambino vivace, crescendo sono diventato un ragazzo problematico e, senza le tue punizioni, sono diventato quello che sono: un uomo aggressivo e intollerante.

Ero piccolo e non sapevo la differenza tra giusto e sbagliato, necessitavo di correzione invece tu mi hai dato approvazione anche non era giusto. Ma ti perdono! Il mio desiderio è che tu faccia leggere le mie parole al maggior numero di genitori possibile affinché non ripetano il tuo errore. Perché i genitori, con la loro educazione, sono responsabili di ciò che diventeranno i loro figli, nel bene o nel male.

ti ringrazio per avermi donato la vita ma anche per avermi aiutato a perderla.
Il tuo figlio delinquente.”

Ah, non dimenticarlo mai:
Chi si rifiuta di punire il figlio, non lo ama. Chi lo ama non esita a sgridarlo. (proverbi 13: 24)
L’ istruzione è l’arma più potente che puoi usare per cambiare il mondo (Nelson Mandela)
Istruzione e rimprovero comincia nei primi anni dell’infanzia e durano fino a l’ultimo giorno di vita (Pitagora)
Educa i bambini, e non sarà necessario punire gli adulti (Pitagora)

Per il testo della lettera si ringrazia il seguente sito: www.pandapazzo.com

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