Come diagnosticare in tempo l’endometriosi

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Che cos’è l’endometriosi? Quali sono le cause e come si può diagnosticare? Prima di tutto l’endometriosi consiste in una malattia cronica e complessa che si manifesta nella formazione anomala del tessuto che riveste la parete interna dell’utero, l’endometrio appunto, in altri organi presenti nell’addome, quali intestino, ovaie, tube o vagina.

Vediamo ora le cause, i sintomi e le terapie per combattere questa patologia.

I primi segnali

Diagnosticare l’endometriosi è un’operazione molto importante nella prevenzione ginecologica. Questa patologia, che colpisce l’apparato riproduttivo delle donne, può causare delle complicanze durante l’età riproduttiva e scoprirla in tempo può escludere problemi d’infertilità che essa può provocare.

L’endometriosi è una malattia ancora scarsamente conosciuta, ma molto frequente: essa infatti colpisce il 20% delle donne in età fertile e provoca spesso disturbi invalidanti.

Non è facile riconoscerla perché i sintomi possono essere poco riconoscibili e comuni a molte altre patologie. Attualmente, i mezzi per scoprirla, affrontala e curarla sono numerosi.

La parola “endometrio”, identifica la mucosa che riveste la cavità interna dell’utero: la patologia riguarda infatti una crescita eccessiva di questo tessuto, il quale ogni mese va incontro a delle modificazioni che avvengono in base al ciclo mestruale. Durante quest’ultimo infatti la parte più superficiale dell’endometrio, ha una funzione di rigenerazione e poco a poco si sfalda, sanguinando poi durante la mestruazione.

Si parla di patologia, quando il tessuto si sviluppa in sedi anomale e fuoriesce così dalla cavità uterina, a volte interessando le ovaie, il bacino, la vagina o il retto fino alla vescica. I segnali, da non sottovalutare, se si è interessate da questa patologia, sono forti dolori nel periodo mestruale che possono arrivare ad essere perfino debilitanti, flussi irregolari e abbondanti durante il ciclo e a volte dolori durante i rapporti sessuali o fastidiose fitte pelviche, in genere.

Diversi metodi di diagnosi

La diagnosi dell’endometriosi è importante e si fa innanzitutto su base clinica: in altre parole partendo dai sintomi dolorosi che la donna riferisce di soffrire con frequenza. E’ molto importante riconoscere e curare questa patologia durante l’età fertile, per intervenire prontamente ed evitare quindi il rischio d’infertilità. Il medico verificherà la regolarità dei cicli mestruali e se durante i rapporti sessuali si avvertano forti dolori che impediscano di avere rapporti normali.

Il secondo passaggio da affrontare è senza dubbio quello di una visita ginecologica, che darà indicazioni più esatte su un caso di endometriosi in corso con localizzazioni a livello vaginale o retto vaginale.

L’iter completo prevede anche un’ecografia transvaginale che permette di individuare con molta più chiarezza eventuali cisti a carico delle ovaie. Tuttavia non sempre questi strumenti sono sufficienti e in tal caso occorre procedere con la laparoscopia, consentendo di esaminare, dall’interno e con precisione, l’addome.

Purtroppo, bisogna dire che il percorso da seguire per individuare la patologia non è sempre lineare e veloce, proprio perché le donne tendono a trascurare spesso i propri sintomi dolorosi legati al ciclo mestruale, considerandoli come normalmente legati ad esso. Si consiglia invece di non ignorare la ricorrenza di sintomi similari o particolarmente fastidiosi, ma anzi cercare di approfondire tale questione.

Prima si agisce meglio è

Generalmente in caso di endometriosi accertata, s’interviene con una terapia farmacologica a base di medicinali progestinici che inibiscono le modifiche endometriali, che ricorrono con il ciclo, o con la pillola anticoncezionale, che influisce sul sanguinamento e sui relativi dolori.

Quando i sintomi persistono in modo regolare o s’individuano anche cisti o noduli, è il caso di intervenire chirurgicamente con una certa urgenza. In questi casi prima si agisce meglio è, per evitare che s’intacchi la funzionalità ovarica danneggiando qualche follicolo e la relativa riserva di ovuli.

Se si è in cerca di una gravidanza, un intervento chirurgico è consigliato, in modo da eliminare più endometrio possibile, andando a preservare utero ed ovaie. Questo è un tipo di chirurgia conservativa, che può aumentare le possibilità di successo di rimanere incinta.

Nei casi più gravi si rischia di dover ricorrere anche alla rimozione dell’utero, della cervice e delle ovaie. Ovviamente vista la grande invasività e ciò che comporta, questa rimozione chirurgica è considerata l’ultima risorsa, soprattutto se la paziente è in età riproduttiva.

Se si fatica a trovare un trattamento adeguato alla propria situazione e alla propria patologia, o se i dolori persistono, è possibile optare per rimedi naturali o casalinghi. Tra questi si può scegliere tra bagni caldi o una borsa dell’acqua calda per alleviare il dolore su addome e zona lombare.

Anche fare attività fisica regolare può aiutare, o anche fare del movimento. L’attività sportiva porta infatti il corpo a rilassarsi e a liberare endorfine, che hanno un’azione analgesica per il corpo. In ogni caso, se si tratti di endometriosi grave o meno, è sempre raccomandabile tenere il caso monitorato periodicamente per evitare l’insorgere di maggiori complicanze.