Come agisce il CBD sulla memoria?

I risultati dei recenti studi sul CBD sembrano provare una certa efficacia in ambito medico per il trattamento di molte patologie legate al cervello

Il CBD è sempre più fonte di scoperte positive nell’ambito medico. I suoi benefici infatti sono riscontrabili nella cura e nell’attenuazione di sintomi e malattie molto diverse tra loro. Si conferma pertanto una materia di studio molto interessante, che apre numerose vie di analisi e applicazione.

Alcuni studi si stanno concentrando sul verificare gli effetti positivi che il cannabidiolo potrebbe avere sulla memoria e i risultati sono incoraggiati. I vantaggi per la salute sono molteplici e la medicina sta valutando in maniera sempre più positiva gli effetti di questa sostanza completamente naturale e senza effetti psicoattivi.

Non crea dipendenza

A differenza del THC, che provoca dei danni alla memoria episodica, il CBD aiuta a ricordare eventi e circostanze, attenuando l’effetto di gratificazione generato da sostanze che invece causano dipendenza. L’azienda Enecta in Italia distribuisce prodotti a base di CBD di diverso formato e in molteplici varietà. Sul sito enecta.it si possono trovare tutte le indicazioni e si può contattare il team di esperti per posologia e consigli sulla modalità di assunzione. Garantendosi l’utilizzo di un prodotto a base di CBD di alta qualità, la sua applicazione non ha delle controindicazioni perché può essere limitato ad un periodo di cura, senza conseguenze per il sistema nervoso e soprattutto senza generare la dipendenza totale dalla sostanza, come invece accade per il THC ed altre sostanze simili. L’assunzione controllata di CBD apre quindi le strade a numerose applicazioni per correggere il malfunzionamento e la degenerazione della memoria.

Aiuta nelle dipendenze

L’effetto positivo che ha sulla memoria, aiutando a mitigare i ricordi recenti e quindi a ridurre l’effetto di sostanze che creano dipendenza, può essere preso in considerazione anche per aiutare i fumatori a ridurre o ad eliminare l’uso delle sigarette. I suoi effetti sono ancora al vaglio scientifico, ma i risultati positivi non mancano, con la riduzione nel tempo dell’azione della nicotina. Favorisce una ripresa da una dipendenza che provoca molti danni al corpo umano con un fattore di rischio molto alto per malattie che nei casi più gravi sono letali.

Malattie Neurogenerative

Il CBD agisce in maniera benefica anche sulle malattie neurogenerative che colpiscono in particolar modo gli anziani. Favorisce infatti la neurogenesi e quindi riduce l’effetto dell’invecchiamento delle cellule. Gli studi si stanno concentrando principalmente sull’Alzheimer, analizzando l’azione dei cannabinoidi sulla malattia. I risultati hanno dimostrato come il CBD aiuti a ridurre la quantità di proteina beta amiloide, responsabile delle “placche” cerebrali che caratterizzano la sindrome di Alzheimer. Questo beneficio ha attirato l’attenzione della comunità scientifica che sta procedendo con analisi sempre più approfondite al fine di individuare una prassi che possa aiutare nelle cure di una malattia attualmente incurabile.

Mitiga il Trauma

Il CBD agisce anche sui traumi, ossia sui ricordi spiacevoli. Studi clinici effettuati su persone che hanno subito stress post traumatico, dimostrano quanto sia importante l’azione mitigante e rilassante del CBD nella rimozione dei ricordi spiacevoli. I primi effetti sono la riduzione dello stress e un abbassamento dell’ansia e della paura, sindromi molto diffuse nella nostra società.

Gli studi

L’ Organizzazione Mondiale della Sanità ha pubblicato un report sul profilo di sicurezza della cannabis, segnalando come il CBD non comporti alcun rischio per la salute di chi ne usufruisce. Già nel 2017 inoltre, alcuni studi condotti sul cannabidiolo ne avevano certificato il profilo di sicurezza, confutando l’ipotesi che potesse causare danni cerebrali. Nel 2016 poi, un’equipe della Society for the Study for the Addiction ha presentato i dati derivanti da uno studio sul tema che ha dimostrato come il CBD sia in grado di aiutare i mammiferi a memorizzare ed elaborare un ricordo. Agendo sulla memoria contestuale infatti, stimola la capacità di ricordare la fonte e le circostanze di un determinato evento. I risultati di tale studio, effettuato sui ratti in laboratorio, hanno indotto altri gruppi di studio a ragionare su come il CBD possa essere applicato sulle memorie contestuali degli individui connesse all’abuso di droghe. La lotta contro le dipendenze è una materia complessa che ovviamente necessita di studi molto più approfonditi, tuttavia i primi incoraggianti risultati stanno iniziando ad arrivare.

Scritto da Sabrina Rossi

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