di Ferruccio Gattuso
Come fai a far tacere la mamma? E così, Nick Cassavetes non può prendersela con nessuno se la sua un po’ attempata genitrice – l’attrice Gena Rowlands – ha rivelato all’universo mondo che sarà proprio l’illustre (non troppo illustre, ma si fa quel che si può) figlio Nick il nuovo regista dell’atteso film dedicato a Capitan America.
Il supereroe di casa Marvel Comics è pronto a proteggere il mondo libero col proprio scudo a stelle e strisce, dunque: e sarà il regista di John Q e Alpha Dog a decidere come. Sul quando, poi, gli sceneggiatori stanno arrovellandosi: raccontare le origini di "Cap", e quindi risalire agli anni della Seconda guerra mondiale, oppure passare direttamente all’eroe “rinato”, dopo l’ibernazione involontaria, agli anni Sessanta o comunque al nostro contemporaneo? Staremo a vedere.
Ma passiamo alla notizia che riguarda la "gelosia" di Robert De Niro, e lo facciamo affindandoci ancora una volta al post di Attenti al Cine.
Dai, che gli riesce bene. Robert De Niro a fare il gangster è qualcosa di insuperabile: ha cercato di far dimenticare al pubblico il suo “curriculum” di mafioso ma, evidentemente, le sue performance del passato non sono facili da dimenticare. Quindi, via che si riparte: con le sparatorie, le minacce velate, i colpi a tradimento, insomma tutto ciò che rende gangster un gangster.
Si intitola Frankie Machine il film che segna il ritorno di Bob De Niro nei panni (anzi, nel gessato) di un esponente della criminalità organizzata. A dire il vero, la marcia d’avvicinamento al ruolo era cominciata, per l’indimenticato protagonista di Il Padrino 2, Quei bravi ragazzi, Gli intoccabili, da almeno un paio d’anni: era il regista, che non si trovava. Ora, sembra proprio (almeno così dice “Variety”) che il deputato numero uno all’impresa sia Michale Mann, che con le gangster-stories ci sa fare: suo infatti è l’intenso The Heat – La sfida, nella cui storia si diedero appuntamento neintemeno che De Niro e Al Pacino, Collateral e Miami Vice.
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