Bimba muore dopo adozione: indagato uno dei due papà

Una bambina di 18 mesi muore nel Galles solo dopo due settimane essere stata adottata da una coppia gay: Matthew Scully-Hicks e Craig. Secondo quanto hanno potuto riscontrare i giurati, il primo sarebbe il colpevole della morte della piccola Elsie, causata dalle sue ripetute violenze a danni della piccola. L'imputato nega le accuse e il processo andrà avanti.

Galles. Il 26 maggio 2015 una bambina di 18 mesi è morta solo due settimane dopo esser stata adottata da due uomini. Quello doveva essere l’inizio di una famiglia felice, si è rivelato una tragedia. L’accusa si basa sulla tesi che il colpevole di questo omicidio sia proprio uno dei due papà. Il presunto colpevole sarebbe un certo Matthew Scully-Hicks, un uomo di 31 anni che per mantenersi da vivere fa l’istruttore di fitness. L’uomo in questione deve rispondere a dei pesanti capi d’accusa, in quanto, secondo quanto la corte ha potuto apprendere, avrebbe inflitto gravi ferite sul corpicino della piccola, alcune tali da procurarle delle emorragie cerebrali che poi ne hanno causato la morte. La bimba in questione si chiamava Elsie ed era stata adottata recentemente dall’imputato e da suo marito Craig.

Bimba muore dopo adozione: indagato uno dei due papà

Bimba di 18 mesi: la morte violenta

A seguito di questa tragedia, l’autopsia della piccola vittima avrebbe fatto emergere ulteriori lesioni; tra cui svariate costole rotte;frattura del femore sinistro; e quelle letali del cranio. Insomma un padre, un uomo che non riusciva ad accettare la presenza di questa povera bambina; la cui unica colpa era quella di essere stata affidata alle persone sbagliate. La vita non è stata generosa nei confronti della piccola Elsie, in quanto la madre biologica era una tossico dipendente e per questo motivo i servizi sociali hanno deciso di affidarla a quella che in apparenza sembrava una coppia serena e felice che viveva alle porte di Cardiff.

Fu lo stesso imputato ad allertare i soccorsi a seguito del suo ultimo pestaggio contro la bambina. I paramedici hanno tentato di tutto per salvare la vita della piccola Elsie, ma senza successo. Ciò è bastato a intuire che l’uomo in questione aveva inflitto una serie di violenze ripetute sulla figlioletta; anche molto tempo prima del decesso. Infatti il portavoce della struttura ospedaliera ha comunicato di ritenere responsabile l’istruttore di fitness per la morte dolorosa della piccola. Sulla base di quali prove? La tragedia è da correlare al comportamento particolarmente aggressivo dell’uomo, che invece di amare e proteggere quella che doveva essere sua figlia, l’ha aggredita senza motivo fino alla morte. Inoltre ad Elsie è stata rivelata una carenza di vitamina E, la quale avrebbe aggravato ulteriormente l’entità delle ferite.

Testimonianze dell’intolleranza dell’uomo

I giurati hanno anche riscontrato, dalle testimonianze di amici e conoscenti, diversi segnali evidenti dell’intolleranza che l’uomo nutriva nei confronti della bimba. A quanto pare l’uomo in questione aveva inviato dei messaggi ad amici nei quali sosteneva che per lui sopportare quella bambina era una lotta estenuante. Inoltre era solito parlare della piccola Elsie al proprio marito paragonandola a una sorta di “Satana” di 18 mesi. Come ulteriore prova dell’immotivata aggressività dell’uomo; i vicini della coppia hanno riferito di aver sentito quest’ultimo imprecare contro la figlioletta, addirittura maledicendola.

Ovviamente Matthew Scully-Hicks nega tutte queste accuse gravissime nei suoi confronti e si dichiara totalmente estraneo alla morte della piccola Elsie. Nonostante ciò, il processo andrà avanti e non ci resta che aspettare che venga fatta giustizia in nome della piccola.

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