Silvio Berlusconi non accetta le domande di Massimo Giletti e in diretta su Rai uno minaccia di andarsene: intervistare l’ex premier senza accettare di giocare il ruolo del portamicrofono è semplicemente impossibile
Intervistare Silvio Berlusconi per un giornalista che voglia fare il proprio lavoro, e non accetti l’umiliazione di fungere da semplice portamicrofono, è semplicemente impossibile. E ieri pomeriggio, nella domenica di Rai uno, molti italiani lo hanno potuto vedere: di fronte a un più che amichevole e ben disposto Massimo Giletti – non un Travaglio o un Santoro – che pretendeva semplicemente di fare le sue domande, il Cavaliere – visibilmente con i nervi a pezzi e una maledetta paura di straperdere le elezioni – è andato su tutte le furie e ha minacciato più volte di abbandonare la trasmissione.
Poche ore prima dell’inizio del talk show di Rai uno, avevo appunto scritto che la strategia comunicativa di Berlusconi può dispiegarsi solo a patto di eliminare la mediazione giornalistica, solo a patto di avere come (finti) interlocutori dei complici, delle spalle, delle comparse utili a confezionare l’intervista pubblicitaria, che è intervista nella forma ma spot nella sostanza. È grazie alle signore D’Urso, alla compiacenza e alla sottomissione di buona parte dei giornalisti italiani, che l’ex premier ha potuto in questi anni imperversare in televisione e guadagnare consensi attraverso questo comodissimo format, riservato solo a lui.
Ma adesso che il vento è un po’ cambiato, adesso che la Rai è un po’ meno sotto il suo controllo, basta un Giletti qualunque non più disposto a passare per un Minzolini qualsiasi per mandare in tilt i penosi vaneggi del Caimano. Se ne torni dalla D’Urso e dai giornalisti a libro paga di Mediaset, è l’unica speranza che ha di continuare col giochino della propaganda travestita da giornalismo.
LINK UTILI:
Silvio Berlusconi a L’Arena di Giletti: il copione già scritto e le domande che nessuno gli fa
Berlusconi da Porta a porta a Servizio pubblico fino al web: prepariamoci all’invasione
Berlusconi a Domenica live: la vergogna, la noia e la disperazione
