Beppe Grillo: sì ai matrimoni gay (e umilia Bersani)

Le divisioni del Pd e l’apertura di Grillo fanno tornare il tema dei diritti civili, soprattutto rispetto al matrimonio gay, di nuovo sotto i riflettori dei media. Ma l’Italia su certe questioni è un Paese più vicino al Nord Africa che all’Europa

Il pasticcio all’assemblea del Pd, con una Rosy Bindi in versione talebana che non consente di votare un ordine del giorno sui matrimoni gay, ha avuto quantomeno il merito di riportare sotto la luce dei riflettori dei media e all’attenzione del pubblico la questione dei diritti civili.

Da sempre mortificati nel dibattito politico italiano, negli ultimi anni sono stati letteralmente cancellati dall’agenda politica dalle emergenze legate alla la crisi economica e al lavoro. Come scriveva già negli anni 70-80 Ronald Inglehart, le questioni post-materialistiche, attinenti per esempio alle libertà individuali e all’ecologia, divengono temi di interesse generale solo quando i problemi materiali, legati al benessere economico e all’occupazione, sono stati risolti.

Sulla divisione all’interno dei democratici si è poi inserito Beppe Grillo, che in verità sui temi dei diritti civili e degli omosessuali aveva sempre nicchiato, per dare il proprio convinto benestare alle nozze gay, ironizzando facilmente sull’arretratezza culturale del Pd e il clericalismo della Bindi.

Da notare che l’intervento del guru dei Cinque stelle non è stato accolto, come spesso gli succede, da una unanimità di applausi. Sulla pagina Facebook del comico per esempio, di fronte a un consenso comunque molto robusto, si sono levate anche voci contrarie e persino qualche sfuriata omofoba.

Vien da domandarsi come mai in Italia questo tema divida tanto e incontri delle resistenze così forti, se si pensa che negli altri grandi paesi europei – vedi Inghilterra, Germania, Francia, Spagna eccetera – i provvedimenti per il riconoscimento giuridico delle coppie di fatto, etero e omosessuali, sono passati quasi senza che se ne discutesse e con un consenso tendenzialmente bipartisan. Per chiarire, tanto Merkel in Germania quanto Cameron in Inghilterra non si sognerebbero mai di fare marcia indietro sui diritti degli omosessuali.

Ma noi siamo il Paese che non ha mai avuto una vera sinistra liberale (e continua a non averla) e che si deve tenere una destra populista e reazionaria, siamo il Paese del Vaticano e dell’intolleranza cattolica, siamo un Paese, per molti versi, ancora fermo a una cultura più rurale che urbana, più vicina al Nord Africa che al Nord Europa. Insomma, c’è ancora molta strada da fare.

(In foto Rosy Bindi, fonte Infophoto).

Scritto da Style24.it Unit

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