Beppe Grillo: Il Fatto quotidiano e la cultura di fonte Wikipedia

Un “dotto” post de Il Fatto quotidiano dedicato a Grillo, sul tema politica e antipolitica, scopiazza malamente una voce di Wikipedia. Ma sul web certe cose non passano mai inosservate

Nella bella rassegna di Liquida.it su Beppe Grillo, accanto al mio pezzo mi è capitato di trovare un intervento di Alessio Liberati del Fatto quotidiano. Liberati si cimenta sulla questione, che personalmente trovo sempre meno avvincente, della dicotomia politica – antipolitica: dove possiamo incasellare il Movimento 5 stelle?

Per tentare una risposta si avventura in una definizione del termine politica, fornendo un po’ semplicisticamente due versioni: la prima di Aristotele, secondo il quale la politica sarebbe “l’amministrazione della polis per il bene di tutti”, la seconda quella del “filosofo” – più precisamente uno dei padri fondatori della sociologia – Max Weber, per il quale tutto si ridurrebbe a “mera aspirazione al potere e monopolio legittimo all’uso della forza”.

Di Aristotele qualcosa ho letto, e mi viene da pensare che quel “per il bene di tutti” appare un po’ ridondante: per politica il grande filosofo greco intendeva semplicemente la scienza del governo, i diversi sistemi – di cui compie un’ampia disamina – per amministrare la cosa pubblica. Su Max Weber ho letto molto, e sentire mortificate le sue pagine in quella frasetta stiracchiata da studente che si tenta l’esame per un diciotto mi lascia senza parole.

Che Weber abbia definito la politica una mera aspirazione al potere non mi risulta, ma soprattutto il monopolio della violenza legittima (meglio dire così) fa riferimento a una caratteristica essenziale dello Stato moderno riconosciuta da tutti gli studiosi, quella appunto di avere in esclusiva la titolarità dell’uso della forza per far rispettare la legge. Senza questa condizione, non si darebbe Stato, e si tornerebbe ai poteri locali e tribali in perenne conflitto tra loro, allo stato di natura hobbesiano, quello dell’homo homini lupus dove chiunque può farsi giustizia da solo e vige la legge del più forte.

Mi viene subito l’idea di un post contro giornalisti e opinionisti che scrivono su testate prestigiose atteggiandosi a grandi intellettuali, e poi rivelano una cultura raccogliticcia e approssimativa, che si basa più sulle voci traballanti di Wikipedia che sui libri. Colto da un improvviso sospetto, vado a leggermi la voce “politica” sulla famosa enciclopedia on linee et voilà, ecco cosa trovo nelle prime righe:  

La prima definizione di “politica” (dal greco πολιτικος, politikós) risale ad Aristotele ed è legata al termine “polis”, che in greco significa città, la comunità dei cittadini; secondo il filosofo, “politica” significava l’amministrazione della “polis” per il bene di tutti (…). Altre definizioni, che si basano su aspetti peculiari della politica, sono state date da numerosi teorici: per Max Weber la politica non è che aspirazione al potere e monopolio legittimo dell’uso della forza (…)

Ecco da dove vengono le conoscenze di un columnist de Il Fatto Quotidiano, da cinque righe scarabocchiate su Wikipedia da qualche studente del primo anno di Filosofia. Un po’ poco, credo, per mettersi a discettare di politica e antipolitica. Del resto questo è il bello della Rete: in tv, adagiato sulle poltrone dei talk, ti può capitare di riportare dati e citazioni a caso e nessuno verrà  mai a chiedertene conto; sul web invece qualche rompiscatole (in questo caso io) pronto a farti le pulci ci sarà sempre.

(In alto: Grillo assediato dai cronisti, fonte: infophoto).

Scritto da Style24.it Unit

Lascia un commento

Contentsads.com