Coronavirus, aumento richiesta di divorzio dopo il lockdown: i dati

Evelyn Novello

Nata a Milano nel 1995 e laureata in Comunicazione pubblica e d'impresa. Nel 2016 mi sono avvicinata al mondo del giornalismo e da quel momento non più smesso di scrivere.

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Moltissime le ripercussioni del Covid anche sul lato psicologico degli individui.

Nel campo familiare poi, il lockdown ha indotto convivenze forzate che si sono tramutate nei casi peggiori in un aumento delle violenze domestiche e, nei casi minori, in un boom di divorzi. Per quanto riguarda quest’ultimo fenomeno, nel 2020 i dati parlano di una crescita di richieste del 60%.

Lockdown: aumento di richiesta di divorzio

L’Associazione nazionale di divorzisti parla chiaro: nel 2020 c’è stato un aumento delle richieste di divorzio del 60% rispetto al 2019, e, per buona parte delle richieste la causa risiede nella convivenza forzata a cui sono state obbligate le coppie.

Nel 40% dei casi il motivo era, più specificatamente, per infedeltà coniugale, anche virtuale, e questo secondo gli avvocati perché con le restrizioni per Covid sarebbe stato più difficile per il coniuge infedele nascondere al partner la doppia vita che si conduceva fino a poco tempo prima. Sembra quindi che questa situazione abbia fatto esplodere tensioni già latenti.

“Vivere sotto lo stesso tetto per tanti mesi specialmente per le coppie in crisi ha prodotto situazioni insostenibili ed è evidente che tutte queste tensioni non potevano non comportare un aumento delle separazioni” ha spiegato il presidente dell’Associazione Matrimonialisti italiani (AMI), l’avvocato Gian Ettore Gassani.

Secondo l’Ami, infatti, nel corso dell’anno scorso si è verificato un aumento del 30% di richieste di separazioni di cui la metà giudiziali, quindi non consensuali, un aumento del 20% dei femminicidi e un aumento del 70% di violenze all’interno della famiglia. Da aggiungersi il fatto che anche le coppie già in attesa di giudizio provvisorio, circa 10mila, sono state obbligate a continuare a convivere sotto lo stesso tetto a causa del blocco temporaneo dei tribunali.

“La pandemia ha creato l’emergenza familiare non solo quella economica”, afferma l’avvocato matrimonialista, Gian Ettore Gassani, che denuncia gli episodi di violenza all’interno della famiglia. In effetti, i dati sulle violenze domestiche del 2020 segnano un aumento vertiginoso del 119% di chiamate al numero verde anti-violenza 1522 solo nel primo lockdown, da marzo a giugno. Le richieste di aiuto tramite chat sono quintuplicate passando da 417 a 2.666 messaggi totali.

Ovviamente l’aumento delle richieste non implica necessariamente un corrispondente aumento delle violenze però questi numeri indicano con certezza che più persone (per la maggioranza donne) hanno trovato il coraggio di denunciare situazioni che di solito proseguivano da tempo. Sono state 4.236 le chiamate di persone che da anni vivevano violenza in casa, il doppio di quelle del 2019.

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