Anno Zero, il governo convoca i vertici Rai: la tv di stato è roba loro?

«È ora di finirla. Quella di ieri (giovedì, ndb) è l'ennesima puntata di una campagna mediatica basata sui pruriti, sulla spazzatura, sulla vergogna, sull'infamia, sulle porcherie. Convocherò i vertici della Rai per verificare se trasmissioni come Annozero rispettino l'impegno, assunto dalla Rai nel contratto di servizio, a garantire un'informazione completa e imparziale». Queste le parole di Claudio Scajola, ministro delle Sviluppo economico, partite a quanto pare dopo una serie di contatti telefonici con Pittsburgh, dove Berlusconi è impegnato al G20.

Chi ha seguito la puntata incriminata sa cosa è successo: Santoro ha semplicemente ripetuto e riassunto quanto molti di noi hanno letto nel corso dell'intera estate sui giornali e sul web: Tarantini, la droga, le prostitute, le feste nelle residenze private di Berlusconi, Patrizia D'Addario e la notte con il premier, le promesse, i favori, le candidature e via di seguito. Ovvero tutto quello che, prima del ritorno di Anno zero, la tv di regime aveva nascosto al suo pubblico.

Per il resto la trasmissione si è svolta civilmente, seppur con toni ogni tanto un po' sopra le righe, e ha dato voce a tutte le campane: c'erano infatti Dario Franceschini e Concita De Gregorio, ma anche Maurizio Belpietro e Italo Bocchino, rispettivamente direttore di Libero e parlamentare del Pdl. In più una lunga intervista a Vittorio Feltri e un Marco Travaglio in versione par condicio che, molto discutibilmente, è arrivato a mettere sullo stesso piano i festini di casa Berlusconi con una partecipazione di D'Alema a una cena elettorale organizzata da Tarantini.

Ma ormai è chiaro che, come abbiamo scritto su questo blog pochi giorni fa, il governo intende schiacciare Anno Zero al di là di qualsiasi logica e prudenza. Visto che però siamo in uno stato di diritto ci permettiamo di domandare: che titoli avrebbe Scajola per convocare i vertici della Rai? L'editore della televisione pubblica non è il parlamento?

Intanto le anime belle del giornalismo italiano continuano a spiegarci che la libertà di stampa non è a rischio perché quando il premier va in prima serata su Rai uno facendo oscurare altri programmi, uno può sempre scegliere di vedere Gabriel Garko su Canale 5 e seguire Anno zero il giovedì. Tra qualche mese, quando probabilmente Berlusconi comparirà a reti unificate e Santoro sarà un semplice giornalista del quotidiano di Travaglio che ci diranno? Che rimaniamo liberi perché possiamo comunque andarcene al cinema?
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Scritto da Style24.it Unit

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