Sanremo 2012: Celentano e il suo show. Alcune considerazioni
Da sempre spregiatore eccellente del Festival di Sanremo, assolutamente ignorante per quanto riguarda la canzone italiana (ma tanto potete leggere il pagellino musicale del valido Silvio De Rossi), mi sono accostato alla interminabile trasmissione di Rai 1, finanziata direttamente con i soldi del canone – è il caso di ricordarlo, certe scadenze non sono affatto casuali – solo e unicamente per ammirare l’altrettanto interminabile esibizione del Molleggiato più famoso, l’ex cantante Adriano Celentano.
E cosa ho capito, dopo una trentina di minuti di pessimo show catodico? Facciamo una breve lista per amore di concisione e chiarezza:
Celentano è stato eletto, a mia totale insaputa, nuova Vate dell’Italia (che, ricordiamolo, da oggi ha le fattezze di Elisabetta Canalis, esule in America, novella Mazzini in attesa di rivoluzione). Solo così, assieme a una sua improvvisa Ascesa al Cielo, si spiega come mai la trasmissione più rappresentativa della televisione nazional popolare lo abbia applaudito fino a scorticarsi le mani.
Magari un centinaio tra quei settecento mila euro del tanto chiacchierato compenso potevamo lasciarglielo. La povertà assoluta della messa in scena del suo delirante assolo ha provocato una chiamata di solidarietà da parte del buon Monti, che non potrà finanziare le Olimpiadi ma si è detto disponibile a elargire di tasca propria quei 30 denari necessari a migliorare gli effetti speciali.
Un piccolo dubbio: il rossore del viso di Celentano era dovuto dall’ubriachezza necessaria per dire quelle sequela di castronerie demagogiche, dalla paura che qualcuno si alzasse e gli mollasse una doverosa pizza in faccia (non parlo della farsa da avanspettacolo di Pupo), o dalla vergogna derivante dalla consapevolezza delle baggianate che avrebbe affermato da lì a poco?
Gli occhi sgranati e arrossati di Papaleo sono dovuti alle sostanze che ha dovuto assumere per affrontare la serata o semplicemente la sua è una paresi che lo affligge fin dalla nascita? Intendiamoci, è sicuramente stato più coinvolgente rispetto a Tutankhamon alias la mummia Gianni Morandi.
Non importa ciò che penso io, ricordiamolo. Le mie sono solo chiacchiere da quattro soldi. Attendiamo però con impazienza le randellate della stampa cattolica, che per una volta avrà tutto il nostro appoggio e, si spera, della critica televisiva.
LINK UTILI
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