Ylenia Carrisi, il caso si riapre: è ancora viva?

Olga Luce

Olga Luce, nata a Napoli nel 1982, è diplomata al liceo classico. Scrive di cronaca, costume e spettacolo dal 2014. Il suo motto è: il gossip è uno sporco lavoro, ma qualcuno deve pur farlo (quindi tanto vale farlo bene)! Ha collaborato con Donnaglamour, Notizie.it e DiLei. Oggi scrive per Donnemagazine.it

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Ylenia Carrisi potrebbe essere ancora viva nonostante il fatto che nel 2014, cioè a 20 ani dalla sua scomparsa, il padre Albano Carrisi volle dichiararla ufficialmente morta dopo anni e anni di ricerche infruttuose che avevano condotto la famiglia e gli inquirenti negli Stati Uniti su diverse piste, ognuna delle quali si era poi rivelata completamente infruttuosa o fuorviante.

E’ di queste ore invece la notizia che le autorità degli Stati Uniti avrebbero riaperto il caso e sarebbero intenzionate a continuare le indagini.

Ylenia Carrisi a New Orleans

Nata nel 1970, Ylenia Carrisi aveva ereditato il talento musicale da entrambi i suoi genitori. All’età di 13 anni debuttò nel musical Champagne in Paradiso e pochissimi anni dopo, appena diciassettenne, duettò con sua madre registrando il brano Abbi Fede.

Nel 1989 fu scelta per affiancare Mike Bongiorno nel programma La Ruota della Fortuna, per il quale svolse il ruolo di valletta.

Nel 1993 Ylenia compì un viaggio a New Orleans assieme alla propria famiglia. Tornata a Roma si rese conto di essere rimasta folgorata dall’ambiente artistico della città ed espresse il desiderio di voler scrivere un libro sugli artisti di strada e più in generale su tutto il movimento culturale che si generava intorno alla capitale della Louisiana.

Raggiunta di nuovo la città di New Orleans la Carrisi si stabilisce in un hotel assieme ad Alexander Masakela, un trombettista con il quale ne frattempo aveva intrattenuto una relazione.

L’ultima telefonata di Ylenia

Stando alle dichiarazioni della famiglia, Albano ebbe l’ultimo contatto telefonico con sua figlia maggiore il primo Gennaio 1994. Durante quella discussione i due ebbero un’accesa discussione e, con ogni probabilità, Albano espresse il proprio disappunto per la situazione potenzialmente pericolosa in cui Ylenia si era gettata a capofitto e da sola.

A seguito della discussione Ylenia non avrà più contatti con la famiglia: l’ultima a vederla sarà la proprietaria dell’albergo nel momento in cui la ragazza lascia i propri documenti. Per la settimana successiva di Ylenia non c’è più alcuna traccia, ma Masakela non ne denuncia la scomparsa: rimane in albergo da solo e poi tenterà di saldare il conto con gli assegni di Ylenia. Questo atteggiamento fece di lui il principale sospettato della scomparsa di Ylenia.

La sua posizione si aggravò nel momento in cui la sua ex fidanzata lo denunciò per stupro. Nonostante tutto a carico di Masakela non furono trovate prove.

Il tuffo nel Mississippi

La testimonianza di un guardiano notturno riportò che la sera del 6 Gennaio una ragazza bionda e chiaramente europea si gettò nel Mississippi e cominciò a nuotare: nel momento in cui si tuffò la ragazza gridò “io appartengo alle acque”.

Questo dettaglio fece riaccendere le speranze: Albano affermò che da sempre sua figlia pronunciava quella frase ogni volta che stava per tuffarsi in acqua. La ragazza sarebbe poi annegata per un crampo nonostante i tentativi del guardiano notturno e della polizia di salvarle la vita.

Nelle dichiarazioni recenti della Polizia di New Orleans si riporta però che Ylenia potrebbe essere ancora viva anche se attualmente non sono stati rilasciati dettagli sulle prove che avrebbero portato gli inquirenti a fare questa affermazione.