World War Z potrebbe essere annoverato come uno dei film dalla produzione più travagliata nella storia del cinema.
L’uscita della pellicola, l’ennesima sulla nuova moda del momento (l’apocalisse zombie), era infatti prevista per l’anno scorso ma diversi intoppi di varia natura hanno ritardato il ciak finale.
Inizialmente sembrava si fosse sforato sin dai primi mesi col budget previsto, poi erano stati avanzati dubbi sulle capacità del regista Marc Forster (autore di drammi come Monster’s Ball o Neverland con all’attivo il non brillante Bond-movie Quantum of Solace) di girare scene d’azione, e in effetti si era pasticciato molto al montaggio, poi si era cercato di correre ai ripari con l’ingaggio di nuovi sceneggiatori (tra cui lo sciagurato Damon Lindelof di Lost e Prometheus – ve lo raccomando) e con nuove riprese riparatrici, ma alla fine quello che poteva essere un costosissimo disastro ha finalmente visto la luce.
World War Z è liberamente tratto da due libri di Max Brooks World War Z – La Guerra Mondiale degli zombi e Manuale per sopravvivere agli zombi. Specifichiamo “liberamente” perché se il primo è una sorta di romanzo epistolare che ricostruisce ex post gli eventi del conflitto, il secondo è invece un compendio fittizio di consigli utili a non soccombere in uno scenario dominato dai morti viventi.
Il film infatti inizia quasi in medias res introducendo la famiglia di Gerry Lane, ex dipendente delle Nazioni Unite, in una situazione di allarme e grave crisi mondiale: il virus che sta rapidamente trasformando la maggior parte della popolazione in creature ferocissime e prive di coscienza ha infatti messo in ginocchio i governi del pianeta, che devono trovare una soluzione prima che il contagio diventi universale.
Per proteggere i suoi cari Gerry decide di tornare al suo vecchio lavoro e si imbarca in una pericolosa avventura in giro per il globo allo scopo di trovare il paziente zero e con lui una cura alla malattia.
Nel cast oltre al protagonista Brad Pitt compare anche l’italiano Pierfrancesco Favino, che si conferma sempre più internazionale.