Tra dramma e azione il secondo film dedicato esclusivamente al supereroe dai lunghi artigli
Wolverine (al secolo James Howlett, conosciuto da tutti come Logan) è probabilmente uno dei più famosi personaggi dei fumetti Marvel, e sicuramente il più amato e idolatrato tra quelli dell’universo degli X-Men.
I diritti di sfruttamento cinematografico del gruppo di mutanti, diversamente da quanto successo per gli Avengers e degli altri personaggi della Casa delle Idee, sono però in mano alla Fox.
Se per quanto riguarda il team capitanato da Ciclope e dal Dr. Xavier i risultati sono stati qualitativamente altalenanti, la prima avventura solista dell’aggressivo canadese dotato di lunghi artigli e scheletro di adamantio è risultata essere un fiasco clamoroso.
Per questo secondo capitolo si è dunque cercato di rimediare mantenendo intatto il casting di Hugh Jackman (idolo delle folle ma sopratutto perfetto nella parte) e si è affidata la regia a James Mangold, autore di solidi drammi come Quando l’amore brucia l’anima ma anche capace di affreschi western e film d’azione come il remake Quel treno per Yuma e Innocenti bugie.
E infatti la storia di Wolverine – L’immortale, liberamente tratta dalla miniserie scritta da Chris Claremont e disegnata dalla leggenda Frank Miller, non è delle più allegre, per quanto non sia avara di combattimenti e scontri all’arma bianca.
Il protagonista infatti, oppresso dal peso di una solitudine profonda derivante dall’immortalità cui è destinato e dalla perdita di tutti i propri cari (la morte dell’amata Jean Grey), si è ritirato sui monti, determinato a dimenticare il mondo.
A scovarlo ci pensa l’emissaria di un magnate giapponese che quasi 70 anni prima era stato salvato proprio da Logan dall’esplosione della bomba di Nagasaki.
L’industriale nipponico, che aveva cercato invano di ritrovare colui che l’aveva protetto col proprio corpo allo scopo di ringraziarlo, solo ora, giunto in prossimità della morte, grazie all’avanzata tecnologia di cui è padrone vuole donare a Wolverine l’unica cosa che davvero brama: la fine della sua condizione di immortale.
Riuscirà infine il mutante a trovare pace o sarà condannato ugualmente a una vita di tormento?