Whitney Houston fu abusata dalla cugina tra i 7 e 9 anni

Olga Luce

Olga Luce, nata a Napoli nel 1982, è diplomata al liceo classico. Scrive di cronaca, costume e spettacolo dal 2014. Il suo motto è: il gossip è uno sporco lavoro, ma qualcuno deve pur farlo (quindi tanto vale farlo bene)! Ha collaborato con Donnaglamour, Notizie.it e DiLei. Oggi scrive per Donnemagazine.it

Condividi

Whitney Houston è la protagonista del bellissimo, toccante e doloroso documentario Whitney presentato in apertura del festival del cinema di Cannes dal regista Kevin Mac Donald, che all’indimenticabile artista scomparsa nel 2012 ha voluto dedicare un lavoro di ricerca e di rappresentazione molto delicato e intimo, che ha svelato aspetti della vita privata e familiare della Houston che non erano mai ancora emersi.

Tra le verità sconcertanti esposte dal documentario anche la rivelazione che Whitney Houston subì molestie sessuali quando era ancora bambina, e che quelle molestie avrebbero impedito il suo completo sviluppo emotivo.

Whitney Houston molestata

Che Whitney Houston non avesse avuto una vita semplice, nonostante l’enorme talento e il successo planetario di cui godette, era risaputo. La morte dell’attrice avvenne nel 2012: l’11 Febbraio di quell’anno fu trovata riversa in una vasca da bagno, la morte causata in via ufficiale da un annegamento accidentale.

Se quell’annegamento accidentale fosse dovuto a un cocktail legale di droghe e tranquillanti a cui la Houston era solita ricorrere, non è mai stato rivelato.

Il documentario però si incentra proprio su questa teoria e si propone di raccontare il lento soffocamento emotivo e personale di cui la Houston fu vittima all’apice della sua carriera, stroncata dalla pressione che i media e lo showbiz americano – forse allora più spietato di oggi – riversavano su di lei in qualità di artista, di icona e di donna.

Il motivo per cui la Houston non sia mai stata capace di far fronte alla propria vita da adulta in maniera adeguata è stato ricercato nei momenti più delicati dell’infanzia della cantante e, precisamente, al periodo tra i sette e i nove anni, durante il quale pare che la Houston abbia subito delle molestie sessuali perpetrate ai suoi danni dalla cugina Dee Dee Warwick. A dare manforte alla cugina sarebbe arrivato anche uno dei fratelli di Whitney.

Gli abusi e il matrimonio

Gli abusi di cui era stata vittima non furono mai rivelati da Whitney, né dai suoi molestatori. Soltanto in età adulta la cantante riuscì a parlare per la prima volta di questa storia a una sua zia, la quale per la prima volta ai microfoni di Mac Donald fa il nome e il cognome della Warwick.

Secondo la ricostruzione presentata nel documentario, gli abusi impedirono alla Houston di costruire una sessualità matura e, quindi, la sua scelta di sposare Bobby Brown e di rimanere assieme a lui per quattordici anni nonostante il fatto che Brown fosse un marito violento, derivò direttamente da quanto accadde durante l’infanzia di Whitney.

Una coincidenza drammatica

Com’era prevedibile, i figli nati da un’unione come quella di Whitney e Bobby Brown non avrebbero potuto essere persone del tutto equilibrate dal punto di vista emotivo.

La figlia della coppia, Bobbi Kristina Brown, fu trovata riversa in una vasca da bagno, esattamente come la madre, solo tre anni dopo la morte di Whitney. La ragazza aveva perso conoscenza a causa di un mix di droghe e rimase in coma per sei mesi prima di morire.

Anche la tragica storia della morte di Bobbi Kristina viene toccata nel documentario: la forza con cui è rimasta impressa nel pubblico ha fatto supporre che il regista potrebbe dedicare proprio a questa vicenda una sorta di spin off del documentario.