Roberto Andò è un cineasta italiano poco conosciuto dal grande pubblico, forse a causa della carriera dell’autore, che preferisce alternare opere cinematografiche a regie d’opera e teatrali.
La sua filmografia registra pellicole dedicate a Francesco Rosi e a Giuseppe Tomasi di Lampedusa, ma probabilmente il titolo più noto della sua produzione è Sotto falso nome, non a caso una collaborazione franco-svizzera-italiana che vede come protagonisti due attori di alto livello come Daniel Auteuil e Anna Mouglalis.
Questo Viva la libertà (che richiama alla memoria il Viva l’Italia di Massimiliano Bruno) non poteva uscire in un momento migliore.
Il film, tratto dal romanzo del regista Il trono vuoto, è infatti un esperimento di fantapolitica molto realistica e preso molto seriamente, con una regia che è stata descritta da alcuni come “francese” (termine discutibile, ma sempre molto apprezzato).
Al centro della vicenda c’è il segretario del principale partito d’opposizione, Enrico Oliveri (interpretato da un doppio Toni Servillo che dal trailer sembra gigioneggiare alla grande), il quale non riesce a reggere alla pressione di sondaggi estremamente negativi e agli intrighi delle correnti interne.
Decide così di fuggire a Parigi da una sua vecchia fiamma (Valeria Bruni Tedeschi), lasciando nel panico colleghi, parenti e amici, e godendosi lo spettacolo dal suo ritiro.
Il fedele consigliere Bottini (un Valerio Mastandrea molto sobrio) e la moglie (Michela Cescon) vengono a scoprire l’esistenza di un fratello gemello, Giovanni Ernani, filosofo geniale, depresso bipolare appena dimesso dalla casa di cura in cui risiedeva.
Lo scambio è presto effettuato e la verve oratoria del nuovo candidato, lanciato in piena campagna elettorale, accompagnata da foga e citazioni altissime, riescono a dare una scossa all’agone politico che sembrava paralizzato.
Enrico vede tutto nell’ombra e decide di fare la sua mossa, scompaginando tutti i piani…