All’indomani del mese e mezzo di lavoro impiegato per l’ultimo lavoro, versione classica pop di tredici canzoni per il progetto “Alla Scala”, il cantante condivide con i fan i timori avuti.
Vasco Rossi e le sue comunicazioni. Vasco Rossi e il flusso di pensieri che va, libero, incontra la tastiera di un computer e resta eterno sulla rete.
Supportato da 2.865.788 fan che costantemente seguono la sua pagina di Facebook, il cantante scrive quello che pensa, ciò che prova, mette nero su bianco idiozie e non, certo comunque che il bacino di utenti che lo leggono approveranno con un “sonoro” mi piace.
Ultimamente mi fa quasi tenerezza quest’uomo non più giovane, mito dello “pseudo” rock italiano, cantore di quella vita spericolata che oggi è un susseguirsi di ansie, timori, ammissioni di vulnerabilità di contro ad una dose forse eccessiva di certezza.
Artisticamente parlando Vasco non mi piace, lo trovo ripetitivo e poco profondo. Di una cosa, tuttavia, bisogna dargli merito: è stato geniale nel tenere stretto a sé milioni di fan, nonostante l’evidente declino creativo, rendendo le proprie debolezze di salute argomento condiviso con quanti lo amano.
La rock star, spogliatasi della propria aura invincibile, mostra l’umana debolezza, la palesa e non l’occulta (o non si occulta); e tutto questo a mezzo social network.
Una delle ultime notizie date dal cantante di Zocca riguarda, infatti, la cagionevole salute:
“Le vicissitudini che tutti conoscete…i tre esami diagnostici con anestesia totale i sei mesi di antibiotici e la mia veneranda età …incidono e incideranno ancora molto sulle mie facoltà psicofisiche.
I medici parlano di un periodo di almeno un anno prima di poter pensare ad un recupero completo…”.
Il post, pubblicato ieri da Vasco, è relativo all’ultima fatica artistica: ricantare tredici canzoni per il progetto Alla Scala, riarrangiate da Celso Valli in chiave classica-pop.
Per farlo il cantante, ha fatto sapere, ha affittato l’ultimo piano di un albergo e impiegato un mese e mezzo. “Un’esperienza tra le più dure è difficili della mia vita – ha continuato Vasco, per – motivi non solo artistici”.
È qui che, a mio avviso, a Vasco manca buon gusto e lucidità su cosa sia davvero duro nella vita (e in effetti lo hanno detto anche i medici: per un completo recupero psicofisico ci vorrà ancora un anno).
Vasco, come un bambino, scrive senza filtri, ancorato al contingente della propria vita che non contempla il generale, ma solo un individualistico e infantile “Io”. Fra tenerezza e qualche dubbio, comunque: buona guarigione Vasco!
GUARDA IL VIDEO DI ALBACHIARA (VERSIONE SCALA) POSTATO DA VASCO PER I FAN: