Un passo dal cielo, Montalbano, Capri: bellezza e bruttezza

La fiction “turistica” con Terence Hill spreca le attrattive trentine, la serie scritta da Camilleri esalta le bellezze siciliane. Ecco perchè…

Come può una fiction brutta promuovere un posto bello?

“Un passo dal cielo” è l’ennesimo spottone turistico mal riuscito della Rai.

Dovrebbe essere un Giallo e sembra un pittoresco documentario di “Linea Verde” sulla Forestale.

La serie con il monotono Terence Hill è nata proprio per far conoscere le bellezze trentine. E’ stata infatti finanziata dalla “Business Location Südtirol”, società di Bolzano che mira ad un ritorno in termini turistici.

Fa il paio con la fiction “Capri”, la ridicola soap che avrebbe dovuto celebrare la meravigliosa isola campana ed ha rischiato di rovinarne la fama per sempre!

Il limite dello spottone è la sua sfacciataggine.

Gli splendidi paesaggi dolomitici non sono infatti l’ambientazione della fiction, lo sfondo che esalta una trama ben congegnata e scritta.

No, si identificano con il film in modo prepotente.

Occupano abusivamente tutto lo schermo.

Sono il motore dell’azione. Il pretesto unico della rappresentazione.

Lo spottone turistico fine a sè stesso non funziona.

Eppure, un modello virtuoso c’è.

E’ “Il Commissario Montalbano”.

Nella serie interpretata da Zingaretti, l’incantevole scorcio barocco della Sicilia iblea risalta proprio perchè rimane ,discreto, sullo sfondo.

La trama si distacca dal contesto in modo così netto da raccontare un’isola diversa, in cui non c’è traccia realistica di mafia, con i canoni letterari del giallo parigino di Simenon reinventato in “vigatese” dal bravissimo Camilleri.

Gli autori di “Montalbano” hanno valorizzato la qualità letteraria delle storie ma hanno anche indicato la strada maestra della fiction “turistica”: la bellezza seduce quando si insinua allusiva, non quando è sbattuta in faccia con storiacce penose…

Scritto da Style24.it Unit

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