Tutto quello che volevi sapere sulla cannabis medica

La cannabis medica si riferisce all’omonima pianta che ha due ingredienti attivi: le informazioni importanti da sapere

La cannabis medica viene così definita poiché si riferisce all’omonima pianta che ha due ingredienti attivi ovvero il THC (tetraidrocannabinolo) e il CBD cannabidiolo e si differenzia da quella ricreativa per una serie di fattori e caratteristiche e che meritano dunque di analizzarle a fondo se intendi saperne di più.

Qual è la differenza tra cannabis medica e cannabis ricreativa?

In generale, ci sono linee guida rigide sulla produzione di cannabis medica; infatti, è stata formulata per offrire una qualche forma di sollievo per i sintomi associati a una particolare malattia, o per contrastare gli effetti collaterali di altre terapie mediche.

Al contrario, l’uso ricreativo della cannabis provoca sensazioni di intossicazione o alterazioni dell’umore. Detto ciò, va altresì aggiunto che a volte questa distinzione diventa confusa se le persone usano la cannabis acquistata per uso ricreativo per quello che percepiscono come ragioni mediche, o se la cannabis medica è usata da persone più interessate a essere intossicate.

Ma lo scopo dei due prodotti è abbastanza diverso e quindi la valutazione bisogna farla seriamente.

A che punto è la ricerca in termini di sostegno all’uso della cannabis terapeutica?

Le prove sull’uso medico dei cannabinoidi, o composti chimici trovati nella pianta di cannabis, sono ancora considerate “scarse” quando si tratta di trattare una serie di condizioni mediche.

Le linee guida che i medici ora seguono, si occupano specificamente dell’uso dei cannabinoidi per gestire il dolore, la nausea e il vomito e la spasticità muscolare, e che sono le patologie su cui sono state fatte più ricerche.

Ovviamente, parliamo dei prodotti che devono essere conosciuti prima del consumo. Non serve quindi una guida per la cannabis o un manuale, ma solamente conoscere i rischi e benefici di questi prodotti.

Al momento, non ci sono molte prove a favore o contro l’uso della cannabis medica per la maggior parte delle altre condizioni, almeno fino a quando non vengano resi ufficiali dagli organi competenti.

Come influisce la cannabis medica sulla tua salute?

Alla tua domanda se la cannabis medica può aiutarti a dormire meglio, la risposta è piuttosto articolata; infatti, devi sapere che alcune persone non dovrebbero usarla ed in particolare quelli che hanno meno di 25 anni, poiché corrono un rischio elevato di incontrare problemi a causa del loro sistema nervoso che non è ancora completamente sviluppato.

Anche gli individui con una condizione psichiatrica (psicosi, depressione, ansia o dipendenza) sono ad alto rischio di incontrare problemi utilizzando la cannabis medica.

I danni della cannabis medica alla suddetta età sono inoltre legati alla dose che non deve superare i 400 mg poiché tale peso contiene il 9% di THC. La quantità di cannabidiolo presente nella cannabis dovrebbe invece essere almeno uguale e preferibilmente maggiore di quella di THC. Il cannabidiolo infatti, non influenza la cognizione o la percezione e può essere responsabile degli effetti benefici della cannabis.

Che tipo di problemi risolve la cannabis medica?

Le linee guida dei presidi medici, raccomandano di limitare l’uso dei cannabinoidi in generale, ma supportano un potenziale uso limitato per un piccolo sottoinsieme di condizioni da cui ci sono prove da cui attingere.

Queste condizioni variano da dolore neuropatico al palliativo e di fine vita, nausea e vomito indotti dalla chemioterapia o contrazioni muscolari da sclerosi multipla o lesioni del midollo spinale. Premesso ciò, va tuttavia aggiunto che la cannabis medica può essere fumata, vaporizzata o assunta per via orale, così come mescolata al cibo o alle caramelle.

A margine devi altresì sapere che esistono alcune interazioni tra cannabis medica e anticoagulanti, farmaci anti piastrinici o con alcune erbe e integratori che mirano a ridurre la coagulazione del sangue.

La cannabis medica può infatti far aumentare l’impatto di queste sostanze, con il potenziale rischio di un pericoloso sanguinamento. Consultare il medico curante è quindi una buona opzione prima di assumere qualsiasi tipo di cannabis a scopo terapeutico.

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