C’è poco da darsi un tono.
Sono sicuro che il titolo del film in questione abbia generato nella maggior parte dei nostri lettori una domanda molto precisa, ovvero: “Chi?!”
Eppure Titeuf è una pellicola d’animazione francese che è stata presentata, in 3D, in anteprima al Giffoni Film Festival di quest’anno.
Non si tratta quindi di un prodotto sbucato dal nulla, ma della trasposizione animata di un fumetto che in patria ha spopolato sin dalla sua nascita, nel 1992 ad opera della penna dello svizzero Philippe Chappuis, alias Zep.
Fino al 2008 Titeuf è stata infatti la bande dessinée più stampata in Francia, con ben 1,8 milioni di copie ogni anno. Il successo ha poi generato una serie animata televisiva di circa 200 episodi.
Protagonista del fumetto comico, che trae la sua origine dai ricordi d’infanzia del suo creatore, è un bambino del lungo e isolato ciuffo biondo. Al centro delle strisce è lo sguardo innocente e insieme straniante di un ragazzino (la cui età si aggira tra gli otto e i dieci anni) sul mondo degli adulti: nonostante non capisca proprio tutto, Titeuf discorre vivacemente con i suoi amici di ragazze, sesso, seduzione, delle difficoltà relazionali dei genitori e via dicendo.
Nel film a lui dedicato, uscito in patria nel 2011, la storia prende avvio dalla delusione cocente del bimbo per il mancato invito al compleanno di Nadia, l’amata ragazza con la quale tenta invano di parlare collezionando sempre una serie di figuracce.
L’angosciante scoperta si accompagna poi a un periodo difficile: i suoi genitori stanno purtroppo litigando e la madre è andata in campagna per riflettere su ciò che prova ancora per il padre.
Costui deve quindi badare al figlio, che nel frattempo ha iniziato ad andare dallo psicologo, ma la sua esperienza in materia di responsabilità non è certo delle migliori…