Tg1 multato dall’Agcom, troppo spazio a “Silvio disco rotto” (che s’inventa i comunisti puzzolenti)

Condividi

In televisione, nei telegiornali soprattutto, si vede quasi solo Berlusconi (anche candidato a Milano per le amministrative): sta in video almeno quattro volte il tempo concesso ai leader dell’opposizione.

Al Tg1 di Minzolini poi, com’è noto, c’è un ininterrotto Silvio show; e finalmente è arrivata una sanzione dell’Autorità per le comunicazioni, che quantomeno ha dimostrato di esistere: centomila euro di multa, che sarebbe interessante capire chi pagherà. Lancio una proposta: levarle dallo stipendio di Minzolingua no?

Ma c’è chi obietta: il premier è talmente esplosivo, debordante, vulcanico, sempre sopra le righe che non gli si possono negare i riflettori. Silvio insomma è uno showman, uno spettacolo troppo succulento che non si può evitare di coprire.

Peccato però – i nostri giornalisti di regime fanno finta di non accorgersene – che lo spettacolo sia mestamente sempre lo stesso da vent’anni a questa parte. Per esempio: quante volte abbiamo sentito ripetere al sultano la storia dei comunisti “tristi e incazzati” perché ogni mattina sono costretti a guardarsi allo specchio e scoprire quanto sono brutti? Circa un migliaio, arrotondando per difetto? Già, questa volta è stata aggiunta la finezza della refrattarietà alla doccia, ma Berlusconi appare ogni giorno di più come un vecchio rimbambito: racconta sempre le stesse storielle.

E quando il discorso si sposta sulle cose serie la musica non cambia: Silvio è sempre  un disco rotto. Con una spudoratezza senza eguali continua a presentarsi come quello che taglia le tasse, contro la “sinistra della patrimoniale”: peccato che da quando governa la pressione fiscale non abbia fatto che aumentare, soprattutto negli ultimi dieci anni, in cui – a parte la breve parentesi prodiana – ha guidato il Paese senza soluzione di continuità.

Per non parlare poi della solita, penosa litania contro i magistrati di un imputato che si sente braccato dalla giustizia e vuole disperatamente fuggire dai processi. Insomma: da quasi vent’anni assistiamo allo stesso, ridicolo spettacolo. Gli italiani saranno ancora così pirla da battere le mani? Domenica cominceremo ad avere qualche risposta.