Telegatti, viaggio nella tristezza televisiva

Condividi

Potevamo non parlare dei Telegatti? E come no, certo.

Perchè ne parlo allora? , magari dando un'occhiatina veloce ai vincitori potremmo regalarci un sorriso in questo triste lunedì. Perchè triste? Mah, qui a Milano siamo in pieno grigiore ammazza entusiasmo: beati voi che vivete nel ridente sud/centro, vi siete persi una delle domeniche più terribili per i meteoropatici. Altre domande? No? Bene.

Cominciamo dalla "Trasmissione dell'anno": Striscia la notizia. Adesso che ci penso, conoscendo i miei lettori, non so se vale la pena di commentare ogni singolo premio, alla fine è da anni che parliamo di cosa funziona e di cosa non funziona in tv.

I Telegatti riescono a superare tutte le più rosee previsioni: non funzionano e basta, nel senso che il meccanismo sul quale poggiano è ridicolo e inadeguato. Un'occasione per la tv di parlarsi addosso; già, proprio come fa quotidianamente. Allora salto il mio commento sulla trasmissione dell'anno: lascio a voi l'onore.

Passo subito al premio "Informazione e approfondimento", perchè qui un paio di paroline si potrebbero anche spendere. Ha vinto Alle falde del Kilimangiaro.

Sono contento per Licia Colò, ma si renderà conto anche lei che quel premio è una farsa. Mentana poi è stato strepitoso, si è incazzato perchè i candidati non rientravano nella categoria "informazione": aveva ragione, Lucignolo e Alle Falde non sono informazione, ma alla fine non lo è nemmeno Matrix. Ne avevamo già parlato, quindi non mi dilungo.

C'è poi la fiction regina: Il capo dei capi. C'è bisogno di dire altro su Riina in formato tv? Non credo, visto il vespaio di polemiche che si è già scatenato sul blog.

Personaggio dell'anno è Flavio Insinna. E vabbè, viva l'eleganza e la sobrietà; un po' anonima.

Insomma, il Telegatto è sempre Telegatto. Cioè un gattone randagio e giocherellone che fa le fusa in una casetta calda nella quale c'è cibo in abbondanza. Cibo scaduto, questo mi sembra ovvio.