Tamarreide, il trash e la tv contemporanea: una riflessione

Da sempre, navigando su internet, m’imbatto in accese discussioni su questo o quell’argomento. Pare che il web riesca ad esaltare il desiderio delle persone di polemizzare per qualsiasi cosa.

L’ultima diatriba in ordine di tempo, perlomeno in ambito televisivo, Š quella innescata da Tamarreide: il Codacons, infatti, vorrebbe che lo show venisse soppresso.

Molti si dicono d’accordo: “E’ un brutto programma, Š volgare, Š diseducativo”, dicono. Altri ribattono con la frase-chiave che si tira fuori in questi casi, il salvagente, la panacea di ogni male: “Se non ti piace, non guardare“.

Al netto di ogni considerazione su Tamarreide (se non venisse pi— trasmesso non me n’accorgerei nemmeno), non sono d’accordo con chi usa costantemente il “non ti piace, non guardare” come uno scudo.

Se Š vero che, se Tamarreide non piace, si pu• anche non guardarlo, Š altres vero che, se non piace un blog, si pu• anche non leggerlo. E’ una provocazione, naturalmente, ma non mi pare adeguato difendere la libert… d’espressione col “non ti piace, non guardare”. Uno perchŠ Š troppo semplice, e due perchŠ ci•, allora, vale per tutti.

Un blog come questo, che ha come sottotitolo “Criticare la tv per legittima difesa“, non pu• esimersi dal criticare, appunto. Se una cosa Š ritenuta brutta, va segnalata: girare la testa non basta, perchŠ altrimenti si rischia di diventare indifferenti. “Se non ti piace, non guardare” Š ci• che dicono i bulli di quartiere a quelli che cercano di capire, e non fa grande onore. Ben vengano, dunque, quelli che contestano o che dissentono, se lo fanno in modo civile.

Detto ci•, capisco perfettamente chi afferma: “Ma il Codacons Š bigotto, critica per la parolaccia, vuole censurare tutto!“. Gli estremismi non sono mai d’aiuto, in un senso e nell’altro. Tuttavia, ho come l’impressione che le cose ci stiano sfuggendo di mano. Vent’anni fa questa volgarit… ostentata, questa lascivia gratuita, questo strabordante trash non esisteva. C’era un altro modo di fare TV, e veniva proposta una TV diversa. Ripeto: non migliore o peggiore, solo…diversa.

Oggi si vuol spender meno ed ottenere lo stesso il botto di share. La botte piena e la moglie ubriaca. Come ci si arriva? Col picco di trash, con la tetta, con l’insulto. Ci si Š accorti che, sorprendendo lo spettatore, lo share s’impenna. Il “come” non ha importanza. E quindi si Š tentato sempre pi— di dopare la tv, infarcendola di dieci, cento, mille picchi.

Capite cosa intendo dire? Ormai Š tutto sbalestrato, l’asticella del buon gusto viene costantemente abbassata perchŠ ogni volta bisogna inventarsi qualcosa di pi— “eccessivo” rispetto all’anno prima. Al pubblico, assuefatto, il semplice urlo non basta pi—: ci vuole l’urlo con la tetta. L’anno dopo, per far colpo, servir… l’urlo con la tetta con l’insulto. E via discorrendo. Ma fino a dove potremo spingerci?

La TV contemporanea Š come le sabbie mobili, come un buco nero, ti ci perdi dentro e non ne esci pi—. La gente va in televisione per parlare dei propri problemi senza pudore nŠ vergogna, mette in piazza ogni particolare scabroso davanti a gente che li giudica… ma Striscia la Notizia ci va a nozze e svela che no, non Š vero, le storie che vengono raccontate sono fiction, non realt…. A sua volta per• Striscia, a suo dire paradigma di lealt… e verit…, viene contestata ed accusata di raccontar balle. Un labirinto di specchi.

Ci• che fanno i coatti di Tamarreide Š vero, oppure no? E’ predeterminato, oppure fanno sul serio?Quei beceri battibecchi, quei discorsi strampalati, quelle risse verbali sono vere oppure si son messi d’accordo per fare ascolti?

Lo spettatore medio non sa dare una risposta certa. E su questo suo dubbio la TV ci guadagna.

Scritto da Style24.it Unit

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