Il sole.
Il cagnolino. La bicicletta. I colori. La famigliola felice. Archetipi e simboli delle pubblicit… tv, infide favole contemporanee.
Biancaneve, Cenerentola, i Tre Porcellini, il Soldatino di Stagno… tutti noi conosciamo le favole. Allegorie fantastiche che utilizzano simboli e archetipi per educare (la cosiddetta “morale”). Gli spot tv, a ben pensarci, sono anch’essi favolette di trenta secondi con un preciso intento educativo: educare lo spettatore convincendolo a comprare, acquistare, spendere, possibilmente senza riflettere.
La pubblicit… nasconde le sue vere intenzioni dietro le belle frasi, i bei paesaggi ed i bei sorrisi, ed Š spesso vigliacca: va a colpire i pi— infelici, i pi— indifesi (i bambini), o quelli che – sfiduciati per i pi— svariati motivi – arrivano a pensare che un’automobile o un vestito possano cambiare la percezione che il mondo ha di loro.
Nell’universo degli spot sono le immagini pi— innocue quelle potenzialmente pi— dannose: il sole, i colori, la bicicletta, la famigliola felice.
Arrivano nel profondo e non ce ne rendiamo neanche conto. Basti pensare al Mulino Bianco, che da anni ci ammorba con la storia delle merendine “sane e naturali” (prodotte in giganteschi stabilimenti ed avvolte per settimane nella plastica).
Il motivo Š semplice. Pur di vendere, ci direbbero qualsiasi cosa. E sono sempre strasicuri e straconvinti della bont… del prodotto. Scienziati, filosofi e pensatori hanno dubbi: i pubblicitari – ricordatevelo – no.
Osservate, se vi Š gradito, questa pubblicit….
Clamorosamente innocua, dunque potenzialmente dannosa. Sta andando in onda in queste settimane: Š quella del NescafŠ (ce n’Š un’altra molto simile, quella della Nutella, ma per ora concentriamoci sul NescafŠ).
Aaah, che bello. Che pace. Che tenerezza. Non Š meraviglioso? Tutto cos perfetto… e cos falso. I simboli sono fondamentali: c’Š il bonazzo (che naturalmente sta con la bonazza, c’Š da chiederlo?), c’Š l’ammmore, c’Š l’ammiccamento sessuale – blando, ma chiaro.
Lo sguardo lascivo del bonazzo o della bonazza di turno, quel messaggio ambiguo (“sapessi cosa non ti farei“) lanciato con gli occhi da sopra una sexy tazza di caffelatte hot, Š sicuramente accattivante, ma… cosa ha a che fare il sesso con il NescafŠ o la Nutella? (a meno che la Nutella non vogliate spalmarla addosso al bonazzo o la bonazza, s’intende).
Ma non basta. L’apertura della finestra, con la luce del sole che entra, Š un altro leit-motiv.
Non pu• mancare, Š un archetipo basilare: sole – luce – bello – bene. Ci viene insegnato fin da piccoli, Š un automatismo. Apertura della finestra = fai entrare il sole nella tua vita. Tanto classico quanto infingardo. Eppoi il cagnolino, per intenerire ed indicare che Š gente di buon cuore che ama gli animali.
E i vestiti di lei? Fate attenzione, nell’armadio sono tutti scuri, tranne uno. Lei, ovviamente, sceglie quello colorato, perchŠ c’Š il sole e oggi non si lavora e lui la ama e ha fatto colazione con NescafŠ.
La bicicletta, infine: simbolo di qualcosa di pulito (non inquinante), di sano, di allegro (rimanda alla giovinezza). E quindi tutti insieme appassionatamente vanno in bici e c’Š il sole e non si lavora e tutto Š colore e c’Š l’ammmore e viva la vita e viva il NescafŠ (o la Nutella).
Insomma: frottole, ruffianate e psicologia da due lire. Devo aggiungere altro?
Ah, s. A volte, invece, gli spot tv sono fonte d’involontaria comicit….
Magari non c’Š il sole n‚ l’ammmore, per• c’Š Liana, la robusta postina del Polident, che se ne va in giro tutta felice perchŠ ora pu• mangiarsi “due fette di lampone”. Ed io ogni volta mi domando che colossali lamponi ci siano a casa sua, visto che se li mangia a fette. L’errore Š marchiano (nella frase “mangio due fette di lampone” manca la parola “torta”), ma nessuno lo ha corretto, e lo spot Š rimasto cos: emblema della falsit… inquietante e meravigliosa della tv.
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