Space Dogs 3D: dalla Russia un pessimo film d’animazione

Space Dogs 3D è un enorme passo indietro nel cinema d’animazione. È vero, è un prodotto russo, quindi non è detto debba essere all’avanguardia (opinione alquanto discutibile, si pensi per esempio a I guardiani della notte, che aveva degli effetti speciali mica per niente trascurabili).

Ciò non toglie che era molto tempo che non si vedeva al cinema una grafica talmente scialba e grezza, al punto quasi da poter intravvedere i poligoni al di sotto dei modelli dei personaggi.

Non si pretendono le meraviglie foto-realistiche di Rango, oppure l’accurato ed entusiasmante uso del 3D di Dragon Trainer, ma un minimo di rispetto per i bambini, target cui è destinato il film, pare lecito. La sbandierata tridimensionalità del titolo, poi, è praticamente nulla e si potrebbe benissimo assistere al film senza occhialini, se non fosse per un leggero errore cromatico.

Sembra quasi che i più piccoli debbano essere presi in giro da una storia risibile, vagamente ispirata alle reali vicende di Belka e Strelka, le due cagnette russe che in piena Guerra Fredda andarono nello spazio (e sopratutto tornarono vive sulla Terra).

Non solo le dinamiche tra i tre personaggi, si aggiunga il topino Venya, sono quanto di più piatto si possa immaginare, quasi al limite di una puntata di Looney Tunes, ma non c’è una situazione che strappi una risata o un sussulto. Alla proiezione per la stampa erano presenti dei bambini ma non si è sentito alcun rumore, segno forse che questi si erano addormentati o giocavano con un videogame, piuttosto che seguire ciò che accadeva sullo schermo.

È quasi inconcepibile che dopo i successi della Pixar e dello Studio Ghibli, il rinnovamento della Disney, i passi da gigante compiuti dalla Universal, si possa ancora lontanamente proporre un progetto del genere. Il cinema per bambini non dovrebbe essere un cinema di bassa qualità, che gioca al ribasso per venire incontro alle limitate aspettative del pubblico meno esperto, quanto piuttosto un cinema semplice, immediato, come quello splendido esempio che è Ponyo sulla scogliera, l’ultimo film di Miyazaki, che parla in egual modo ad adulti e meno adulti, senza per questo scadere nella pateticità della fiaba moderna o nello schematismo da cartone animato del pomeriggio di Italia 1.

Scritto da Style24.it Unit

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