Squali e cinema: un binomio che fa acqua!
Presentato fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia, questo Shark 3D è il degno rappresentante del trash cinematografico.
Non tanto il trash alla Machete, che è autoconsapevole di essere tale e aspira con ogni mezzo ad esserlo (risultando persino stucchevole e infantile) ma proprio il trash di chi non ha i mezzi, né le idee, né la tecnica, né probabilmente la fortuna di avere azzeccato il lavoro giusto nella vita.
Il nome del regista di questa pellicola è Kimble Rendall, e scopriamo aver diretto in precedenza anche uno slasher intitolato Cut, in cui recitava persino Kylie Minogue.
La trama del film è molto semplice da riassumere. Ci troviamo in una località balneare australiana, in un supermercato. Proprio nel momento in cui la clientela è terrorizzata da un rapinatore impazzito ecco che uno tsunami improvviso travolge tutto.
L’edificio è completamente allagato, ma non è l’acqua il nemico mortale dei sopravvissuti: due squali sono infatti rimasti dentro e non aspettano altro che qualche boccone saporito.
Stroncato praticamente da tutta la critica mondiale, la presenza di Shark 3D (prima conosciuto come Bait 3D) a Venezia induce a farsi una domanda: perché il genere horror è così malamente rappresentato nei festival del cinema di una certa rilevanza?
Davvero, dopo Dracula 3D di Dario Argento come si può presentare un prodotto del genere?!
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