Con il parlamento ridotto a un ruolo notarile, i mass media che applaudono a prescindere e l’opinione pubblica più rassegnata che mai, sembra che Santoro sia l’unica opposizione rimasta a Monti.
Su Servizio pubblico di nuovo una puntata dedicata ai forconi, alle proteste, al disagio e ai drammi di un’Italia che fa sempre la stessa fatica di prima a finire in televisione e ad essere visibile sui media, ai quali piace raccontare dei blocchi stradali e delle conseguenze sul traffico ma che raramente si soffermano su cosa c’è dietro, sulle motivazioni di chi cerca di gridare la propria disperazione.
E allora la trasmissione è un ricco susseguirsi di collegamenti dalla Sicilia, con il Movimento dei forconi, e dalla Sardegna, dove monta una rabbia trasversale che unisce operai e autonomi, con Santoro che in apertura si domanda se l’austerità sia la cura giusta per il Paese, o invece la medicina che finirà per ammazzare il malato.
Insomma un Santoro come al solito d’opposizione, grazie al cielo, perché in questo frangente della vita pubblica si sente davvero bisogno di un’opposizione, di voci critiche, di controlli su un governo a cui un po’ tutti – partiti politici, mass media e cittadini – sembrano aver dato una delega in bianco: stiamo finendo alla bancarotta, fai quello che ti pare ma tiraci fuori da questo disastro.
Intendiamoci, è tutto comprensibile, ma smaltito il sollievo per l’abdicazione di re Silvio e forse con un piede fuori dalla fase più drammatica, sarà bene ritirare qualsiasi tipo di delega in bianco al governo dei professori: solo una democrazia forte e matura può portarci fuori dalla crisi, e un parlamento che svolge semplici funzioni notarili, un’informazione addomesticata e un’opinione pubblicata rassegnata non c’entrano nulla con la democrazia, anzi sono la sua antitesi.
Perché diciamolo, il sospetto forte che comincia a serpeggiare è che l’esecutivo guidato da Mario Monti sia un ottimo governo… di destra, che ha provato ad aggiustare i conti aumentando la benzina e facendo pagare i pensionati e la tassa sulla prima casa e che liberalizza lasciando stare banche, assicurazioni, energia e ferrovie e parte da taxisti, pescatori ed edicolanti. Con Repubblica e Corriere della sera che, un po’ ridicolmente, gridano al miracolo della rivoluzione liberale.
(Foto: infophoto).
Link utili:
Movimento dei forconi: la storia di Forza nuova è una fesseria. Ecco perché
Forconi, Terroni e rivoluzioni
Servizio pubblico: Santoro contro tutti