Se Veronica Lario è l’unica a poter dire di no a Silvio Berlusconi

A leggere le ricostruzioni scritte dai più informati giornalisti della stampa e i resoconti che si trovano sulla rete, sembra proprio che a poche ore dalla chiusura delle liste le cosiddette euro-veline, tra i candidati del Pdl per Strasburgo, ci fossero eccome. Anzi rispetto ai nomi anticipati anche da Teleipnosi (a proposito ieri ci ha citato anche Libération) pare se ne fossero aggiunti altri, come la valletta di Guida al campionato, Susanna Petrone, e la cantante sassaresse Cristina Ravot, habitué delle notti estive nelle residenze del Cavaliere in Costa Smeralda.

Poi il ciclone Veronica Lario ha cambiato tutto e ha costretto il premier ad una repentina retromarcia: la possibilità di instradarsi verso un secondo divorzio, per quello che ama definirsi un marito perfetto, un padre meraviglioso e un cattolico convinto, deve essere sembrato un pericolo davvero troppo grande. Dunque in extremis, nella notte di martedì, si sarebbero riscritte le liste, facendo fuori tutte (o quasi) le veline in carriera.

Quello che più colpisce dell'intera vicenda è l'impressione che nessuno all'interno del centro-destra sia in grado di criticare le decisioni del capo, anzi di più: nessuno pare capace di condizionare le sue scelte, che sembrano quasi sempre maturate in perfetta e allegra solitudine.

È noto infatti che all'interno del Pdl i malumori fossero tanti e qualcosa è pure emersa: dal sarcasmo della Mussolini, che chiedeva di candidare Raul Bova, ai mugugni del ministro Rotondi, i cui protetti erano stati fatti fuori per lasciare spazio alle attricette, fino alle aspre critiche della rivista di Fare Futuro, fondazione presieduta da Gianfranco Fini.

Repubblica racconta un aneddoto divertente: il ministro della difesa Ignazio La Russa, non accortosi di essere ascoltato da un giornalista, a giochi fatti si è sfogato in questo modo: «noi tre coordinatori abbiamo lavorato bene, ma c'è una che ha lavorato meglio di noi»; ovviamente riferendosi a Veronica Lario: l'unica che è stata capace di far ragionare, diciamo così, Silvio Berlusconi.

Insomma nel Popolo della Libertà sembra proprio che funzioni in questo modo: Berlusconi decide e gli altri applaudono o, nel massimo gesto di dissenso concesso, stanno zitti. Il tutto immerso in un desolante panorama informativo, dove la maggior parte dei media appare ancora più timorosa e servile dei quadri del Pdl.

Anzi a darci la prova definitiva che l'unica voce critica, all'interno dell'entourage del premier e dell'area di centro-destra, è quella della Lario ci ha pensato l'informazione filogovernativa: blog e stampa di destra si sono infatti scatenati contro la signora Berlusconi in modo sorprendente, vomitandole addosso insulti di ogni tipo.

Emblematica la prima pagina di Libero di ieri che titolava a caratteri cubitali: «Veronica, velina ingrata», con tanto di foto – di trent'anni fa – della signora Lario a seno nudo. Un giornale porno sarebbe riuscito ad essere meno volgare.

Scritto da Style24.it Unit

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