Sanremo, ascolti flop? Colpa di Chiambretti, l’uomo giusto nel posto sbagliato…

"Sanremo ha toppato!", direbbe Pippo Baudo imitato da Gigi Sabani.

Eppure il Festival di quest'anno è costruito con cura ed è gradevole. Perché dunque la lancetta dell'auditel segna rosso fisso?

Faccio un'ipotesi, logica e paradossale: lo ha rovinato Piero Chiambretti!

Tesi assurda per me, perché Chiambretti è uno dei due-tre personaggi
televisivi che amo di più.

La sua Markette su La 7 è un'oasi felice di eleganza e fantasia. E sul palco
di Sanremo, Pierino è brillante come al solito.

Però la logica dell'auditel non guarda in faccia nessuno. Ergo, condanna
Chiambretti a risarcire al Festival un paio di milioni di spettatori.

Argomento l'ipotesi.

Sanremo rappresenta per molti una liturgia classica, movimentata dal caso. Una messa cantata, ma imprevedibile, in cui l'officiante o i suoi assistenti possono inciampare e cadere dall'altare.

O durante la quale un fedele può tentare di suicidarsi. E' successo col povero Pino
Pagano che minacciava di buttarsi giù. L'imprevisto più drammatico è
stato naturalmente la morte di Luigi Tenco.

Ma anche la sfera dello show ha regalato incidenti di piccolo cabotaggio a sorpresa. La caduta di Michelle, le stecche di cantanti affermati. L'ospite che
rompeva la chitarra. I numeri ad effetto di Benigni e Fiorello.

La trasgressione arrivava sempre inattesa, dall'esterno.

Il Sanremo di quest'anno, invece, la ingloba e la preannuncia. Pianifica il blitz e annulla lo stupore.

Perché Pierino la peste è un personaggio che non sorprende se fa qualcosa di sorprendente. Esiste in tv, solo per compiere questa missione!

Un pubblico più tradizionalista può aver rifiutato questa trasgressione programmata e preannunciata.

Non il pubblico giovane. O che ha un gusto giovanile, perché si è accorto di essere ancora adolescente in quanto coetaneo di Chiambretti, Fiorello o Arbore.

Ma l'audience più tradizionalista potrebbe aver ripudiato Chiambretti che
imbratta l'abito talare di Baudo.

Il chierichetto diabolico, che peraltro incassa i picchi dell'auditel superstite.

La messa cantata giustifica la messa nera, ma in una Chiesa sconsacrata. Il
DopoFestival, ad esempio.

La parodia di un modello, inoltre, richiede che quello schema sia riconoscibile.

Il co-presentatore Chiambretti cambia lo stile classico di Sanremo.

Rimasto sempre classico anche con Vianello, Bonolis, Carrà. O Ventura, che non faceva sconfinare Gnocchi e Crozza dal dopofestival.

E minaccia anche la parodia di uno stile ormai sconvolto.

L'innovazione non ha messo comunque in crisi per ora il dopo Festival, che quest'anno è un inno alla leggerezza a tutto campo.

Elio and company hanno centrato la chiave della caricatura che profana i
luoghi comuni dello show a 360 gradi e irride i clichè del bravo
presentatore.

Hanno reinventato le canzoni in modo colto e raffinato.

Ed hanno lanciato la deliziosa Lucilla Agosti, sintonizzata sul ritmo giusto nei momenti goliardici come in quelli seri.

Arguti, positivi, mettono tutti a loro agio. Depurando l'ambiente da isterismi
e narcisismi, restituiscono un clima lieve che riconcilia con il puro spasso.

E dissacrano il luogo comune per antonomasia: al dopo festival si litiga!

Placcato Cutugno, che si era immolato allo scopo, gli Eli fanno spettacolo senza indulgere alle scorciatoie della rissa.

Ecco, ieri notte Pierino Chiambretti stava benissimo lì, come inviato…O come angelo alle spalle di Bongiorno.

Ma come co-presentatore, rischia di essere una vera peste…per l'auditel.

Perché in prima serata "Rai Uno è Rai Uno!". Ed una parte del suo vasto pubblico, è diverso da quello che rimane sveglio fino all'alba per guardare gli Eli o Markette.

Un po' di realismo forse servirebbe un altro anno ai padroni della baracca.

Intanto, per ora, che me ne fotte a me dell'auditel?

Io mi godo Chiambretti che presenta il Festival di Sanremo!

Scritto da Style24.it Unit

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