Sanremo 2019, The Zen Circus: cosa significa L’amore è una dittatura

The Zen Circus si presentano per la prima volta a Sanremo con la loro canzone "L'amore è una dittatura", testo e significato.

La rock band pisana The Zen Circus porta all’edizione 2019 del Festival di Sanremo “L’amore è una dittatura”, testo e significato della canzone.

La canzone di The Zen Circus

The Zen Circus saranno tra i 24 big della 69° edizione del Festival di Sanremo: si presenteranno sul palco dell’Ariston con la loro canzone “L’amore è una dittatura”. Testo scritto interamente dalla band pisana che partecipa per la prima volta a Sanremo. La loro prima apparizione era avvenuta su Rai Uno durante la settima puntata di “Tutto può succedere 3”. Per molti sarà la prima occasione per conoscere la band rock che, piccola anticipazione, durante la quarta serata del Festival duetteranno con Brunori Sas. Facciamoci trovare comunque preparati imparando il testo e scoprendo il significato della canzone.

Di seguito il testo:

“Ci hanno visti nuotare in acque alte fino alle ginocchia
ed inchinarci alle zanzare pregandole di non mescolare
il nostro sangue a quello dei topi arrivati in massa con le maree

le porte aperte, i porti chiusi, e sorrisi agli sconosciuti
che ci guardano attoniti mentre ci baciamo,
da uomo a uomo, mano nella mano

una sigaretta non lo racconta ci vuole forse una vita intera
o una canzone non certo questa,
altri maestri, altri genitori

che non rinfacciano quello che sei, quello che vuoi
quello che eri
esistere è giusto un momento
chi vive nel tempo muore contento

e sì, ci hanno visti contare le pietre di questo deserto
pazienza, perdere tempo con il cielo, farlo di lavoro
pagati per immaginare qualcosa che non puoi fotografare

mi spiego meglio, senza nascondermi dietro a cazzate
scritte per caso in questa palestra dell’orrore
ecco la pietra, ecco il peccato,
un cane pastore lo fa per amore,
Non per denaro, non per rancore,

Non per la lana esiste il gregge
Né per la legge
Siamo delle antenne, dei televisori
Emettiamo storie che fanno rumore

Cerchiamo la donna della vita o l’uomo della morte
Strade interrotte, eterni sorrisi, figli sangue del nostro lavoro
Non ci somiglieranno, figli ormai del mondo intero
E perdere la monotonia di quando tutto era al suo posto

I topi cacciati, debellati, mostri tutti sotto al letto
E lasciar volare via quell’abbraccio conosciuto
Di chi in nome del tuo bene ha distrutto il tuo passato
Quando arrivi tu se ne vanno gli altri

Sai che non va bene ma ti piace arrangiarti
Come fanno in quei paesi che non sappiamo pronunciare
Ma che ci piace addomesticare a parole
Ero presente al momento dei fatti

Il fatto non sussiste
Mettetelo agli atti
Ma non hai paura di nessuno
Se non della tua statura

Hai la democrazia dentro al cuore
Ma l’amore è una dittatura
Fatta di imperativi categorici
Ma nessuna esecuzione

Mentre invece l’anarchia la trovi dentro ogni emozione
Tu stammi vicino, anzi lontano abbastanza
Per guardarti il viso dalla stanza dei miei occhi
Aperti o chiusi, non importa
Sono occhi quindi comunque una porta aperta
Il tempo passa lo senti da questo orologio

Mentre lavori dentro un bar, ad una pressa o in un ufficio e
E speri ancora che qualcuno sia lì fuori ad aspettarti,
Non per chiederti dei soldi, neanche per derubarti,
Non per venderti la droga e soffiarti il posto di lavoro
Ma per urlarti in faccia, che sei l’unica, sei il solo
Sei l’unica, sei il solo”

Un brano che parla di amore, ma con lo stile e il linguaggio unici di questa band. “L’amore è una dittatura” non parla dell’amore sentimentale, romantico ed esclusivo ma di quello “comunitario, che affrontiamo di petto, in un brano maestoso in cui l’orchestra è fondamentale con gli strumenti che entrano in crescendo” ha spiegato la band stessa a Sorrisi e Canzoni.

Scritto da Federica Di Vito

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