La fotografia assomiglia a un’analoga immagine che celebrava il mito di Jim Morrison
Qual è il significato di un’immagine? Sembra essere questa la domanda fondamentale che la pubblicazione in anticipo della prossima copertina del magazine americano Rolling Stone – considerato “la bibbia del Rock” – ha posto a tutti i suoi lettori.
Sul numero di agosto infatti campeggerà il viso, effettivamente simile a quello di una rockstar, di Dzhokhar Tsarnaev, il ragazzo ceceno che insieme al fratello Tamerlan (ucciso in uno scontro a fuoco con la polizia) è stato l’artefice della tragica strage di Boston del 15 aprile. Le esplosioni innescate dai due hanno ucciso 3 persone, mentre altre 264 tra partecipanti e spettatori della maratona sono rimaste ferite.
Lo scatto, invero già impiegato da giornali e televisioni, ha provocato grande scandalo per la sua collocazione in apertura della famosa rivista.
È facile infatti indulgere nella tentazione di leggere l’operazione come una sorta di glorificazione dell’estremista, similmente a quanto avvenuto nel 1970 quando la copertina venne affidata a Charles Manson, il folle musicista e leader della “Famiglia” omicida. In molti hanno poi riscontrato una somiglianza impressionante tra la foto di Dzhokhar e una di Jim Morrison apparsa sempre sulla prima pagina della rivista.
L’articolo all’interno, il cui contenuto esatto è per ora ignoto, è un reportage su come “un popolare e promettente studente sia stato respinto dalla propria famiglia, abbia abbracciato l’Islam radicale e sia diventato un mostro“.
L’opinione maggioritaria dei commentatori non condanna lo sforzo di indagine sulla realtà, anzi, ma crede che forse sarebbe stato più opportuno non donare tanta visibilità a un personaggio oltremodo controverso, se non riprovevole. Alle accuse di anti-americanismo, di tradimento dei valori della patria, e di opportunismo la redazione ha così risposto (evitando però di giustificare la questione della copertina):
“I nostri cuori vanno alle vittime dell’attentato della maratona di Boston, e i nostri pensieri sono sempre con loro e le loro famiglie.
La storia di copertina che pubblichiamo questa settimana fa parte di una lunga tradizione giornalistica e del tradizionale impegno di Rolling Stone nella copertura serie e ragionata dei più importanti aspetti culturali e politici dei nostri giorni. Il fatto che Dzhokhar Tsarnaev sia giovane, e nelle stesso range d’età dei nostri lettori, rende ancora più importante per noi esaminare la complessità di questo argomento e pervenire a una più completa comprensione di come sia potuta accadere una tragedia del genere.
“