Roberta Bruzzone: “Da piccola ho tentato di annegare i miei fratelli”

Laura Anna Gritti

Architetto di formazione montessoriana, classe 1980 e bergamasca DOC, preferisco scrivere piuttosto che parlare. Ottima ascoltatrice e pessima osservatrice, con i miei testi mi piace riportare in maniera comprensibile a tutti anche gli argomenti più complessi. Appassionata di edilizia tradizionale e di jazz, adoro scrivere di trash per aggiungere quel pizzico di cinismo che riporta con i piedi per terra anche i sognatori incalliti.

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La criminologa più famosa d’Italia Roberta Bruzzone è stata ospite di Caterina Balivo nella sua trasmissione pomeridiana Vieni da me.

Ha parlato della sua vita e della sua carriera e sono usciti alcuni dettagli che nessuno si sarebbe mai aspettato. Soprattutto per quanto riguarda la sua infanzia. Noi la conosciamo come criminologa e molto serie, ma in realtà lei è solare e ama divertirsi. Lei si occupa di criminologia, ma è anche psicologa, quindi le piace calarsi in diversi ruoli. La sua ‘cassettiera’ di Vieni da me è stata molto divertente e originale.

Roberta Bruzzone a Vieni da me

Partendo dalla classica ‘cassettiera‘ di Vieni da me, si riescono a scoprire dettagli curiosi sulla vita dei personaggi ospiti di Caterina Balivo. Così è stato anche con Roberta Bruzzone. Si comincia con un paio di forbici. Queste danno il la per parlare di Roberta da piccola. “Eri una piccola peste?” le chiede la padrona di casa. “Ero una bambina molto vivace, molto cruriosa e molto determinata”.

Si aggirava da sola nei boschi dietro casa, perché si riteneva più pericolosa di molte altre persone.

La regia mostra una fotografia di Roberta da bambina e lei se ne esce con un “Che bel momento, la mia prima autopsia. Fantastico”. Applausi e risate in studio. La Balivo vuole saperne di più. “Che facevi a questa bambola?”. La Bruzzone spiega che sperimentava le tecniche di smembramento e di decapitazione. Tant’è che dopo un po’ hanno smesso di regalarle, perché le distruggeva tutte.

Il discorso poi verte sulle favole, che venivano distrutte regolarmente dalle affermazioni della criminologa, allora in erba, ma che su una ‘Bella Addormentata nel Bosco’ che dorme da cento anni non può non dire alla mamma che ‘allora è morta’.

I fratelli minori della Bruzzone

Caterina Balivo, piacevolmente stupita per gli aneddoti che sfiorano il macabro raccontati dall’ospite in studio, le chiede se è figlia unica. Invece no: Roberta Bruzzone ha due fratelli minori.

Gemelli. Più tranquilli di lei. Lei no ne parla spesso, per proteggere la privacy di genitori e fratelli, visti gli squilibrati che ci sono in giro e vari episodi che le sono già capitati di invasione eccessiva della privacy.

Scatta poi il racconto del fatto che la Bruzzone non prese bene la nascita dei gemellini. Da piccola ha anche tentato di annegarli nella vasca da bagno di casa. La nonna l’ha fermata in tempo e lei aveva solo 3 anni e mezzo.

Le è anche capitato di picchiarli. Lei era dispettosa, sia in casa che a scuola. Però era molto vivace. Se non aveva qualcosa da fare, si annoiava. E’ anche stata cacciata dalla scuola materna.

Il discorso poi si sposta sulla sua prima bicicletta. Lei aveva quasi tre anni. Il padre le regalò una bicicletta adatta per quella età, ma tolse subito le rotelline. Da quel momento ha dovuto imparare a pedalare da sola.

Ci è riuscita e in questo modo è diventata ancora più indipendente. A volte spariva per delle ore, si allontanava da casa. Lei si diverte molto ricordando questi episodi. Tra l’altro questo della bicicletta potrebbe spiegare la sua passione per le due ruote che dura ancora oggi.